venerdì 24 aprile 2009

CASO SCARASCIA, ELETTRICITÀ TRA PELLEGRINO E GABELLONE - da lecceprima.it

Corre elettricità questa mattina nei corridoi della Provincia, dove ago della bilancia diventa nientemeno che la figura istituzionale più alta di grado, il segretario generale Antonio Scarascia, sospeso dalle sue funzioni da parte del presidente Giovanni Pellegrino. Il quale ribadisce con fermezza la bontà della sua decisione, contrariamente a quanto accusa l’opposizione di centrodestra, che punta l’indice e parla di ricatti e di manovre elettorali. Nelle parole del leader della minoranza, Raffaele Baldassarre, e del consigliere Antonio Gabellone, da qualche giorno candidato proprio allo scranno di Palazzo dei Celestini, accuse di illegittimità negli atti. Addirittura uno smascheramento delle intenzioni di Pellegrino, sarebbe stato effettuato da Scarascia nel corso della riunione con le Rsu della Provincia tenuta il 22 aprile scorso. Il nodo, in buona sostanza, riguarda gli appunti fatti dal segretario generale, nelle sue vesti di presidente della delegazione trattante, sia sulla mancata soluzione del problema riguardante l’incompatibilità del dirigente responsabile dell’Ufficio speciale temporaneo, Giorgio Felline, sia sul mancato rispetto degli indirizzi sulle procedure delle selezioni.

Nell’occasione, Scarascia aveva anche evidenziato l’impossibilità di portare a compimento alcuni atti predisposti in bozza, a causa di uno sforamento della previsione di spesa e perché si sarebbero generate illusioni nel personale. Per il centrodestra, basilare è la questione dei concorsi, ovvero il problema della commissione giudicatrice. E Baldassarre e Gabellone tirano fuori, a titolo di esempio, il caso del dirigente Felline. Il figlio doveva, per l’appunto, partecipare ad un concorso e nella Commissione giudicatrice sarebbe rientrato proprio il padre. Questo quanto evidenziato, sebbene Pellegrino sul punto specifico, subito dopo gli attacchi del centrodestra, nel corso di una conferenza stampa convocata d’urgenza questa mattina, abbia spiegato come esisteva già una delibera di Giunta che nominava due distinte commissioni concorsuali, in modo da risolvere il problema dell’incompatibilità, facendo sì che il dirigente dell’Ufficio non potesse giudicare il figlio.

Ma c’è una frase in particolare, che rappresenta il pomo della discordia e che Pellegrino avrebbe pronunciato all’indirizzo di Scarascia: “La posizione del segretario sarà tenuta presente in sede di rinnovo degli incarichi da parte della nuova amministrazione”. Ed è qui che scatta il finimondo, tanto che su tutta la questione Baldassarre e Gabellone invocano la discesa in campo degli organi di controllo. Quasi paventando una forma d’intimidazione. Ma si tratta di una frase che il presidente Pellegrino ritiene falsamente attribuita a lui, tanto da contestare il fatto a Rossana De Pascalis, segretaria della delegazione trattante, che ha redatto il verbale agitato come spettro dal centrodestra, e alla quale ha indirizzato ieri una lettera. E nella risposta della stessa De Pascalis, che Pellegrino ha voluto consegnare alla stampa, scrive: “Alla stesura finale […] sono pervenuta dopo ripetute correzioni apportate dal dottor Scarascia, il quale riteneva che quanto precedentemente riportato fosse elusivo della reale portata dei dialoghi”. Insomma, ferri corti fra centrodestra e centrosinistra, soprattutto fra Gabellone e Pellegrino, con quest’ultimo che ha ritenuto necessario convocare la stampa per spiegare le ragioni della sospensione.

“In tutti questi anni Gabellone s’è dimostrato un oppositore attento, preciso e corretto”, dice Pellegrino. “E invece è come se adesso fosse oppresso dal peso della candidatura”. E dopo una serie di contestazioni di natura politica, e facendo anche un breve accesso sul caso recente dell’Alba service, si addentra nel discorso: “Oggi Gabellone non riesce a capire la gravità del problema che è sorto fra e ed il dottor Scarascia. E questo – aggiunge Pellegrino - mi preoccupa, perché se lui fosse domani presidente della Provincia, e consentisse e tollerasse che sotto la sua presidenza succeda ciò che è avvenuto, io comincerei a dubitare della sua attitudine a svolgere bene il ruolo. Mi addebita di aver reagito ad un dissenso su pareri di legittimità espressi dal segretario. E’ un errore – spiega -, perché non è affatto avvenuto questo. Il dottore Scarascia è un ottimo segretario generale ed un grosso esperto di diritto. Questo ha reso più grave la mia sorpresa perché l’errore che ha commesso nella riunione del 22 aprile è anche un errore di diritto. Aveva infatti due ruoli: uno di presidente della delegazione trattante, l’altro di segretario generale. Come presidente della delegazione trattante di parte pubblica nel confronto con i sindacati il dottor Scarascia era un mandatario dell’amministrazione. Ed era quindi tenuto ad illustrare alle rappresentanze sindacali le proposte dell’amministrazione. Su quelle proposte si doveva aprire una trattativa: dovevamo acquisire il punto di vista del rappresentante sindacale unitario”.

“Questo fa parte del diritto, delle regole delle istituzioni. Il dottor Scarascia ha invece fatto una cosa diversa ed assurda”, accusa Pellegrino. “Anziché illustrare alle rappresentanze sindacali unificate, cioè ai dipendenti, quella che era la posizione dell’amministrazione e aprire una trattativa, ha demolito le proposte dell’amministrazione senza avermi prima informato dei suoi dubbi”. In tal caso contrario, spiega il presidente della Provincia, la riunione sarebbe stata rinviata per modificare le proposte. “Ma non puoi andare dalle persone che devono trattare con me e dirle che sto proponendo una cosa sbagliata – aggiunge-, perché a questo punto vieni meno al tuo dovere di presidente della delegazione trattante di parte pubblica, oltre che al dovere di segretario”. Un punto sul quale Pellegrino dice: “Hai il dovere, se ti accorgi che stiamo facendo un atto illegittimo, di esprimere il tuo parere negativo, ma lo devi fare in forma scritta e lo devi indirizzare a me. Non lo puoi manifestare alle delegazioni trattanti, che sono la controparte sindacale”. E se il presidente usa la prima persona, forse non è un caso. In fondo alla sala c’è proprio Scarascia, dal quale Pellegrino pretende ora delle scuse. Scuse che Scarascia non è però disposto a dare, dicendosi comunque intenzionato a fornire i suoi chiarimenti, parlando di trasparenza istituzionale da parte sua. Ma tant’è, la questione è già finita in mano ai legali.

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