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Sabato 23 Maggio 2009 18:47 | |
Ho già ricostruito a sufficienza di non aver mai detto “sì” al nucleare incontrando gli industriali in ConfIndustria, prova ne sia che Loredana Capone – presente con me in quella sede – si è improvvisamente svegliata sull’argomento solo il giorno dopo, quando ha cercato di sfruttare a suo favore un’infelice uscita di un quotidiano non presente all’incontro e da me subito smentito con l’assegnazione corretta della mia versione il giorno dopo seguente. Pensava di aver ricevuto un assist e fu un boomerang clamoroso che le tornò indietro. Ho già ricostruito a sufficienza, poi, come il mio sia un “no” personale e convinto all’ipotesi-nucleare nel Salento, ribadendo come la mia visione collegiale e democratica dell’istituzione Provincia sia piuttosto favorevole a ché siano i cittadini ad esprimersi sulla questione, pronunciandosi anche con una consultazione apposita. Nessuna scelta sarà imposta, nessuna scelta sarà calata sulla testa dei salentini, i soli e gli unici a decidere del loro territorio: io sarò, da Presidente della Provincia, per il “no” al nucleare, mi batterò personalmente per il “no” (lo ripeto ancora) ma rispetterò la scelta dei salentini in quell’ipotetico referendum. È questa la cultura democratica, mia e degli uomini e delle donne che mi sostengono: se Loredana Capone vuole cambiare argomento possiamo passare alle strade-fantasma che ho visitato oggi, al marchio “Salento d’Amare” ridotto ad un auto-certificazione che si ottiene con 200 Euro, agli operatori della cultura inferociti per la gestione “filiale” del settore, ai disabili o ai disagiati senza servizi sociali, eccetera, eccetera, eccetera… Che poi anche Adriana Poli Bortone si unisca a questo coro “stonato” prendendo una posizione identica quanto intempestiva nello stesso giorno, la cosa è ancor più confortante: evidentemente non sbaglio a raccontare nelle piazze e nei comitati dell’accordo tacito tra le mie 2 avversarie, unite e ammiccanti nel loro unico obiettivo, trascinare il centrodestra al ballottaggio, anche a costo di tradire le rispettive idee, svendendo la storia dei loro ideali. |