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| Martedì 16 Giugno 2009 13:46 | |
| A pochi giorni dal voto per il ballottaggio, dopo le fatiche degli scrutini passati e l’attesa di quelli futuri, è inevitabile una riflessione serena e distaccata sul voto provinciale e sulla situazione politica salentina che è venuta a determinarsi in seguito ai risultati. Più che evidenziare i successi o le defezioni dell’una o dell’altra parte in campo, metto l’accento sull’allarmante astensionismo di massa, sinonimo di antipolitica silenziosa, voce pungente degli elettori che non ne vogliono sapere più. Il “non voto” è la moda, la variabile più ricorrente tra i giudizi dei cittadini. Prendere posizione in difesa della politica appare quanto mai azzardato e controcorrente.Le novità sul terreno istituzionale e politico, poi, si sono succedute ad un ritmo praticamente forsennato e si è dimostrata estremamente complicata non soltanto la guida, ma anche la stessa comprensione di quanto sta avvenendo. L’”amico di sempre”, complici i repentini cambi di casacca, in breve è divenuto avversario acerrimo e coloro che mai avrebbero pensato di sedere attorno allo stesso tavolo, oggi lo fanno con disinvoltura, generando confusione e stupore nell’elettorato attento. Anche i partiti hanno smesso di interrogarsi su questa incertezza della democrazia: si limitano a gestire l’esistente, senza più suscitare identificazione e rassegnandosi al tramonto delle ideologie. E il cittadino, informato e consapevole, sempre più frequentemente sceglie l’operato delle persone a dispetto del simbolo. I partiti non riescono nemmeno più a dialogare con i comitati spontanei, con le associazioni, né tantomeno con i Movimenti; invece di ascoltare i messaggi che derivano da queste energie organizzate, cogliendone i contenuti e traducendoli in azioni politiche coordinate e unitarie, i partiti godono della frammentazione e sono spesso incapaci di fare sintesi. Salvo poi, come in questa occasione di ballottaggio, rincorrere il voto di quei tanti che già si sono espressi scegliendo l’alternativa Movimentista, volendo investire fortemente sulla difesa del territorio e sul rinnovamento della politica, attraverso il voto per Adriana Poli Bortone e per IoSud. Tutto ciò ha il sapore di una battuta di caccia, a dir poco irrispettosa della capacità di decidere autonomamente di ogni cittadino e del lavoro svolto fino ad ora per costruire la vera unica alternativa di questa competizione elettorale. Tutto ciò non può che rafforzare il convincimento di aver scelto bene, di aver scardinato una ritualità politica ormai stantia a vantaggio di forme nuove di partecipazione. Tutto ciò non può che spingere quanti hanno creduto dal primo momento nella forza dirompente del movimentismo ad unirsi ancora di più, a coltivare il consenso ricevuto, a ramificare l’attività sul territorio aggregando nuove forze e nuove energie attorno ad un’idea innovativa di territorio, di Salento, di Puglia, di Meridione. L’affermazione elettorale di Io Sud sia da stimolo per re-interrogarci sulla nostra identità, sui nostri valori e sulle nostre forme organizzative, senza preconcetti e con l’intento sincero di migliorare noi stessi, il nostro linguaggio e la nostra capacità rappresentativa. L’obiettivo sia quello di costruire una forza politica che stringe attorno a sé la passione, l’impegno, la condivisione che ultimamente sono mancate nell’azione dei partiti, troppo frammentate e autoreferenziali, distanti dai cittadini ed incapaci di esprimersi in forme coerenti e convincenti. Vogliamo una struttura forte in tutto il Meridione, che indaghi le competenze delle persone coinvolte, ne intuisca le potenzialità e ne valorizzi le attitudini. Che sappia reagire con prontezza agli stimoli esterni. Che rimanga concentrata sulla missione del radicamento nel territorio, nel pieno rispetto delle diverse sensibilità che lo compongono, incarnandone lo spirito e promuovendone l’autonomia ed il pluralismo. Insomma una struttura libera nelle forme e nei modi, se vogliamo anche più creativa e meno ortodossa, che scelga progetti specifici e porti avanti iniziative puntuali, con l’auspicio che siano anche coraggiose e, (perché no?) sperimentali. Se un grande Movimento si sviluppa coeso attorno ad un sistema etico, simbolico e ad un linguaggio, se si fonda sul nostro patrimonio di valori, ma senza l’arroganza di chi si sente depositario di una esperienza moralmente superiore, è meno incline a cedere ad interessi di tipo corporativo o di categoria, ed è per questo più adatto a governare, con un atteggiamento ed un indirizzo programmatico serio, orientato all'interesse generale del nostro territorio. Claudia Casarano Candidata nel collegio di Taviano Dirigente provinciale IO SUD |


