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Mercoledì 03 Giugno 2009 19:01 | |
![]() Di questo si deve parlare, non di cose che non sono all’ordine del giorno e che non devono essere strumentalmente tirate in ballo al ritmo di un rituale woodoo. Basta fermarsi a discutere con gli imprenditori per capire bene che ciò che si aspettano dalla politica è ben altro, sia a Roma che a Lecce e nel Salento. La sinistra fino ad oggi è stata in grado di parlare esclusivamente della “signorina Noemy” a Roma e delle centrali nucleari in una terra in cui il Capo del Governo ha dichiaratamente affermato che non sarebbero mai state installate. Ha ragione, quindi, Antonio Corvino a richiamarci alla politica delle cose concrete, alla politica dei piedi per terra, poiché, mentre i politici parlano, gli imprenditori hanno la responsabilità non soltanto della loro azienda, ma anche dei loro lavoratori. Questo non significa tifare per Gabellone o per il centrodestra, significa semplicemente che sarebbe ora che dalle quisquilie si passasse ai ragionamenti. Se Antonio Gabellone lo ha fatto prima degli altri è un suo merito. Ma non è mai troppo tardi per sperare che la politica lo segua sulla strada della concretezza. Ugo Lisi |