mercoledì 1 luglio 2009

Antonio Pellegrino: il garantismo a singhiozzo- da www.corrieresalentino.it


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Martedì 30 Giugno 2009 18:55

Dopo aver lasciato cuocere a fuoco lento, sulla graticola del sospetto, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per le due settimane che andavano dal primo al secondo turno della scorsa tornata elettorale, lasciando immaginare che il Premier fosse implicato in chissà quali scandali, è stato sufficiente che i dubbi e le insinuazioni arrivassero a sfiorare i potenti del centrosinistra pugliese e salentino perché immediatamente arrivassero agli organi di stampa dichiarazioni ufficiose e ufficiali tese a sminuire la portata delle accuse di quella che sembrava essere la grande inchiesta del nuovo millennio.

Apprendiamo così (ma lo apprendiamo solo ora… e non certo qualche giorno fa!) che l’imprenditore barese operante nel settore delle protesi mediche non è indagato per nessuna vicenda inerente l’uso di sostanze stupefacenti, che le signore ascoltate non sono certo quella moltitudine che sembrava stagliarsi all’orizzonte, ma si sono ridotte a una sparuta schiera sulla cui veridicità e attendibilità c’è ancora tanto lavoro da fare, che il Presidente del Consiglio, qualche giorno fa dato per teste a Bari, adesso, invece, non risulta essere nemmeno chiamato a presentarsi davanti ai magistrati della Procura del Capoluogo, che il Vicepresidente della Giunta Regionale, malgrado qualche minima intercettazione letta sui giornali, non solo non è iscritto nel registro degli indagati, ma, addirittura, quasi per definizione , risulta essere totalmente estraneo ai fatti.
Insomma del tormentone giudiziario con cui abbiamo fatto i conti qualche giorno fa nemmeno l’ombra. Tutto rientrato, tutto sgonfiato, tutto sparito. Peccato che fino a quando c’è stato in ballo soltanto il nome di Silvio Berlusconi (e anche qui verrebbe da chiederci come mai gli altri personaggi presenti nello pseudo-affaire, sia politici che dirigenziali, siano comparsi sulla scena soltanto a ballottaggio effettuato…) non ci sia stata nessuna dichiarazione, altrettanto ufficiosa o altrettanto ufficiale, tesa a riportare nell’alveo della insignificanza ciò che per altri ci si è immediatamente affrettati a sottolineare. Quale persona in buona fede non può concordare con quanto ha dichiarato a tal proposito il Ministro Raffaele Fitto?
È questo garantismo a singhiozzo che fa male non soltanto alla politica, ma, soprattutto, alla giustizia italiana, dal momento che quella che appare essere una coincidenza risulta essere sempre a vantaggio della stessa parte politica.
Agatha Christie insegnava che tre indizi fanno una prova. L’impressione è che gli indizi siano molti più di tre. E le prove quante sono? Quante altre ne dobbiamo raccogliere per voltare pagina e costruire un sistema di garanzie a tutela di tutti, soprattutto di chi non è Presidente del Consiglio o Vicepresidente della Regione, ma svolge magari un umile lavoro artigianale oppure è un impiegato dell’amministrazione dello Stato?

Avv. Antonio Pellegrino
Pdl

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