lunedì 30 marzo 2009

La Poli contro tutti - da www.ilgallo.it

Intervista a 360 gradi all’Europarlamentare Adriana Poli Bortone, leader del neonato Movimento “Io Sud”: dai problemi del Mezzogiorno al Federalismo, dall’intesa con l’UdC per le Provinciali a…


di Giuseppe Cerfeda

“Noi abbiamo a cuore il Sud”

Dopo mesi di anticamera e indiscrezioni, Adriana Poli Bortone è uscita allo scoperto. Il suo è un movimento completamente nuovo ed ha subito trovato, per dirla come la Senatrice, la condivisione dell’UDC, con cui è stata stretta un’alleanza. “E’ un’idea, non solo trasversale ma inclusiva, che vuole appunto includere chiunque abbia il desiderio di fare qualcosa per il Mezzogiorno; non solo i delusi dalla politica, ma anche gli amministratori capaci e delusi dalla mancanza di concretezza. Quando c’è intelligenza, volontà, capacità di analisi, non esistono barriere. E qui da noi, di gente capace, ne abbiamo tantissima: nelle industrie del nord, nelle università italiane, ovunque, fuori da questo territorio, siamo valorizzati; ma lo possiamo fare sul nostro territorio tutto questo o dobbiamo continuare a regalarlo al resto d’Italia? Allora, io ho fatto solo questo conto, che non era difficile: se al Nord c’è un soggetto che recupera l’identità del territorio, perché non può esserci qui un qualcosa di cui essere fieri? Questo movimento sarà tanto grande quanto la nostra gente lo vorrà far diventare!”.
Non teme. con questa ulteriore divisione. di spianare la strada, della Provincia prima e della Regione poi, al centrosinistra? “Ho cercato di veicolare l’idea di un Mezzogiorno che abbia un suo ruolo da protagonista. Ed è un tentativo che sto portando avanti. Sono due anni che provo a dire al Presidente del mio partito che il Mezzogiorno doveva essere una realtà fortemente pensante: a Natale di tre anni addietro gli regalai una maglietta con su inciso lo slogan “Cogito ergo Sud!”. Un Sud, dunque, pensante, con la necessità di esprimersi nonostante le pressioni sul Governo centrale della Lega Nord. Mi rendevo conto fin da allora che c’era uno spazio politico non ricoperto dai partiti tradizionali. Da quel momento in politica le cose sono cambiate moltissimo, tutti abbiamo contribuito alla semplificazione ritenendo decisamente troppi i 47 partiti. In realtà siamo arrivati ad un bipartitismo piuttosto imperfetto e l’attuale Governo subisce un elemento fortemente condizionante che è la Lega, la quale ci ha imposto una tabella di marcia regalandoci un Federalismo assolutamente penalizzante, norme sulla sicurezza a sfondo razzista e, per ultime, ma solo cronologicamente, delle norme sull’agricoltura che penalizzano ulteriormente il Meridione a favore di produzioni del Nord. E di questi esempi ne potrei fare tanti, tutte situazioni che ci fanno capire come ci sia bisogno di una presenza politica che vigili e difenda le ragioni del Sud”.
Non poteva farlo, forse più comodamente, seduta tra i banchi della maggioranza con il PDL? “Se non fosse intervenuto come un elefante l’autoreggente Ignazio La Russa, che ha detto che dovevo decidere se stare dentro o fuori perché non potevo pensare di entrare con un “partitello” nel PDL, avrei continuato a mantenere il movimento come tale, senza neanche pensare di tradurlo in liste. Visto l’intervento di La Russa, che evidentemente ha scarsa sensibilità nei confronti del Mezzogiorno, non ci ho pensato due volte a lasciare il potere per dedicarmi anima e cuore al movimento”.
Quali sono gli obiettivi principali di “Io Sud”? “Ritengo necessario razionalizzare le presenze sul territorio di enti ed unioni, conferendo ad ognuno una sua funzione, per evitare inutili accavallamenti e sperpero del danaro racimolato con le tasse dei cittadini. Province, aree metropolitane, aree vaste e poi Ato dei rifiuti, Ato delle acque, servono troppo spesso ad elargire danaro ai molteplici Consigli di Amministrazione, magari privandone le ragazze madri che muoiono di fame e vanno ai Comuni a chiedere un contributo!”.
Non è contraria al Federalismo, Adriana Poli Bortone, ma non comprende come questo Governo abbia potuto “iniziare dalla fine, dal Federalismo fiscale, decidendo solo quali sono le tasse che vanno pagate rispettivamente ai Comuni, alle Province, alle aree metropolitane. In ossequio solo alle pretese di una Lega Nord fortissima. Come se non bastassero le tasse che già attualmente gravano sui cittadini, oggi a quelle convenzionali se ne aggiungono altre cosiddette “di scopo”, quelle, cioè, che sono necessarie per fare qualcosa che con le tasse “normali” non si riesce a fare”.
Un Federalismo fiscale che è contrario anche alle iniziative che alcuni Comuni avevano intrapreso per venire incontro ai cittadini: “Noi a Lecce abbiamo riabbassato l’Irpef, ritenendo il “bene casa” un bene primario, e lo abbiamo fatto da soli, senza che nessuno ce lo dicesse. Ma oggi l’Irpef viene pagata tutta al Governo centrale, che con quel gettito riesce a rispettare il patto di stabilità con l’Europa, ma allo stesso tempo priva i Comuni di quel 40% che dovrebbe loro spettare, ma che, in attesa che venga loro restituito, non possono utilizzarlo per offrire servizi ai cittadini. I Sindaci non sanno su quale danaro possono contare per offrire servizi, e questo è dannosissimo per tutti, ma in modo particolare per le Amministrazioni del sud. Noi infatti non possiamo contare sui grossi insediamenti, sulle grosse industrie; possiamo contare solo sui soldi delle tasse dei cittadini, soldi che di fatto non abbiamo noi, ma il Governo centrale. E allora, potevamo noi votare questo Federalismo?”.
Dalla Senatrice arriva poi un attacco deciso anche “agli imbelli della Regione Puglia, che per incapacità non sono stati in grado di utilizzare gran parte dei fondi FAS, legittimando l’intervento del Ministro Castelli che ha deciso di dirottare al Nord ben 63 miliardi, soldi che l’UE aveva dato al Sud, ma che, piuttosto che restituirli a Bruxelles, vengono utilizzati per la Torino-Lione e per l’interramento della stazione di Pavia. Intanto le nostre stazioni regalano uno scenari da Far-West. La Lega ha tutto l’interesse ad aumentare il divario nord-sud, perché così finalmente si giustifica la secessione e la creazione di una macroregione del nord. Ma questo dipende moltissimo dai governi locali del Sud, dal fatto che Puglia, Campania, Basilicata, Calabria non riescano a mettersi assieme per programmare. Dalla Regione Puglia hanno dovuto inventarsi tre “notti bianche” per “investire” 7 milioni di euro, che altrimenti sarebbero tornati all’Europa. Ma non era meglio investirli in lavoro per i nostri giovani...? E’ una disgrazia vedere che sono tanti i soldi che l’UE dà e che noi non riusciamo ad utilizzare, per creare cose che rimangono sul territorio, non “cosette” che dopo due anni spariscono! La strategia di Lisbona prevede interventi per i giovani e per le donne, due obiettivi che altre zone dell’Europa hanno già conseguito, mentre noi in Puglia non riusciamo a fare nemmeno un bando per l’utilizzo di questi fondi”. La Poli Bortone è ormai un fiume in piena: “Avevo proposto il principio della territorialità del fisco, guardando a quello che hanno fatto per anni Fiat, Enichem, Montedison e gli altri grossi insediamenti industriali che hanno depauperato il nostro territorio, monetizzando il rischio. Inquinamento, tumori, tutto ha avuto un prezzo: qualche migliaio di posti di lavoro! Ma il lavoro deve avere i termini dell’economia sostenibile, ci dobbiamo ribellare rispetto a violenze che sono state fatte sul territorio! Se l’Ilva ha avuto interesse a stare qui, e al limite quando vede che c’è qualcosa che non va minaccia di licenziare un po’ di lavoratori, allora è qui che deve pagare le tasse, non dove ha la sede legale! Se stanno qui ed inquinano qui, allora è qui che devono pagare le tasse: questo è Federalismo!”.
Dopo l’accordo con l’UDC, ci sono ancora margini per un rappacificamento con il PDL? “Il nostro obiettivo non era e non poteva essere quello di porto per gli scontenti, sia di AN che di Forza Italia (“e sono tanti”). Proprio in quanto movimento, “Io Sud” è fatto per accogliere le intelligenze e le capacità che ci sono sul territorio e semmai non si sentono integrate né nel PDL né nel PD. Poi, chiaramente, se il Movimento presenterà delle liste, non lo farà da solo. Con l’UDC abbiamo attivato forme di avvicinamento, una sorta di costituente sociale con obiettivi comuni che ci fanno percorrere la stessa strada. Questo non significa sbattere la porta in faccia a nessuno, ma non significa neanche sottomettersi in silenzio al volere degli altri quando non lo si condivide”.
Visti i numeri oggettivamente notevoli che la candidatura di Adriana Poli Bortone ha fino ad oggi garantito, possibile che né Gianfranco FiniSilvio Berlusconi si siano preoccupati di non disperdere questo patrimonio? Non è arrivata neanche una telefonata da Roma? “Posso solo dire che Berlusconi si è comportato in maniera diversa rispetto a Fini, che invece pare non essersi proprio preoccupato”. Potremmo sapere qualcosa in più sul contatto con il Premier? “Era e resterà una conversazione privata”.

da www.corrieresalentino.it

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