Rocco Palese: “Il trasformismo non è quello di chi lascia ma di chi resta in una sinistra che ha tradito aspettative e promesse.” C’è un proverbio che recita: “Quando sei incudine statti, quando sei martello batti”. E’ innegabile che in questo momento il Pd nazionale e pugliese è incudine e dovrebbe starsi. Invece continua a battere come un martello, ottenendo l’effetto esattamente contrario a quello sperato.
Sul caso Ria come sul caso Vendola.
Parla per primo il “martello” Massimo D’Alema: cerca di convincere Ria a restare nel Pd e Vendola a non candidarsi alle europee e in un colpo solo ottiene che Ria si convince, proprio grazie alle parole di D’Alema, a lasciare il Pd e Vendola conferma la volontà di candidarsi alle europee.
Ma non basta, perché arriva anche il “martello” Frisullo che senza mezzi termini fa capire a Vendola che se si candidasse alle europee danneggerebbe la Puglia e il Pd. Nello stesso giorno Vendola ufficializza la sua candidatura alle europee.
Oggi il Pd, non pago dei risultati ottenuti dai due “martelli” D’Alema e Frisullo, cede la parola al “martello” Maniglio, il che presumibilmente provocherà nuovi autorevoli “abbandoni”.
Il Pd non ha capito che in questo momento più parla, peggio è.
Non è nostro costume giudicare quel che avviene dall’altra parte, ma D’Alema, Frisullo e Maniglio non hanno ancora capito una cosa: non è il Pdl che fa “campagna acquisti” e non è chi oggi lascia il Pd per delusione a tradire il popolo della sinistra. Da quanto leggiamo, sembra che il popolo della sinistra si senta piuttosto tradito da chi, dopo aver promesso rivoluzioni gentili e riscatto dei deboli, oggi governa e gestisce il potere in modo assolutamente autoreferenziale, clientelare, peggio del peggio della prima Repubblica e senza alcun interesse reale nei confronti dei territori e delle popolazioni che amministra. Un po’ di cenere sul capo e una sana autocritica, quindi, farebbero certamente bene soprattutto a Frisullo e Maniglio.