L’addio del parlamentare al Pd non accelera la scelta del candidato. Fitto: «Seguo con attenzione la situazione»LECCE - Elezioni Ria entra nel gruppo misto E Poli Bortone apre al Pdl Provincia, ancora incertezze sulla candidatura di centrodestra alla successione di Pellegrino LECCE — Lorenzo Ria esce dal Pd e aspetta segnali dal Pdl per una candidatura alla Provincia con il sostegno del partito di Berlusconi. Il ministro Fitto E non sono più voci qualunque quelle che descrivono il ministro Raffaele Fitto abile e paziente creatore di una tela tessuta con l’intento di catturare il deputato di Taviano. «È evidente che Fitto ci ha pensato e ci ha lavorato all’idea di un mio coinvolgimento in un discorso politico comune - ammette Ria per la prima volta . Anche se non mi è pervenuta alcuna richiesta ufficiale», assicura. E a conferma di come il suo nome, in queste ore, sia al centro della discussione interna al Pdl, l’ex coordinatore di Forza Italia in Puglia, Antonio Di Staso, non smentisce che l'onorevole sia una delle opzioni allo studio per la corsa a Palazzo dei Celestini.
L’altra potrebbe riguardare Adriana Poli Bortone, che ieri ha lanciato segnali di disgelo al Popolo delle Libertà chiedendo di appoggiare la sua candidatura. Raffaele Fitto, per il momento, si limita a prendere atto: «So tutto di Ria e Poli Bortone, seguo attentamente le vicende politiche salentine, ma per ora preferisco non fare alcun commento», dice il ministro per gli Affari regionali. L’ex Pd Intanto, Ria, dopo avere annunciato con una nota assai polemica l’uscita dal Pd e l’ingresso nel Gruppo misto di Montecitorio, resta alla finestra. «Se verrà una proposta dal Pdl valuterò con molta attenzione. Ma non è tanto il discorso di candidarmi alle Provinciali che m’interessa, quanto qualcosa di più profondo e di più importante per il Salento», mette in chiaro. L’altro ieri, Massimo D’Alema, partecipando a una manifestazione pubblica a sostegno della candidata del Pd alle Provinciali, Loredana Capone, aveva definito l’eventuale discesa in campo di Ria al fianco del Pdl come una scelta «contro la sua stessa vita». Pronta la replica del deputato salentino: «Io e lui, che veniamo da storie politiche diverse, e non da una stessa storia, non possiamo stare nello stesso partito». E ancora: «Nel momento in cui nessuno mi ha proposto di guidare il nuovo corso della Provincia di Lecce, affinché diventi il laboratorio, nel Mezzogiorno, delle istituzioni locali federali; nel momento in cui non so neppure come valuterò una eventuale proposta in questo senso, perché so bene il coraggio e i sacrifici che accettare una proposta di questo genere comporterà, in questo contesto le parole e la saccenza dell’onorevole Massimo D’Alema mi hanno convinto, questo sì, a fare una prima scelta».
Poi, l’ennesima analisi critica sulle vicende più recenti. «La procedura di scelta del candidato presidente di centrosinistra per la Provincia di Lecce è solo uno dei casi che documenta il progressivo venir meno delle ragioni per cui è nato il Pd». Strali nei confronti di Lorenzo Ria erano partiti anche dal presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, per «il messaggio devastante dato alle nuove generazioni». L’onorevole, però, si difende: «Non penso di avere mai lanciato segnali di disgregazione. Credo, invece, con il mio modo semplice di intendere la politica, di avere raccolto consensi e affetto tra la gente. Segno che si è lavorato bene spendendosi al servizio degli altri». Il Partito democratico Durissimo l’attacco mosso a Ria dal capogruppo del Pd alla Regione, Antonio Maniglio, e dal segretario provinciale di Lecce del Pd, Salvatore Capone. Maniglio dice: «Sei stato nominato ed eletto con i voti del Pd e, a differenza degli altri parlamentari, non hai versato un euro per la campagna elettorale; adesso ti prepari a candidarti con lo schieramento di Berlusconi. In nome del decoro delle istituzioni, dimettiti». E dimissioni invoca anche Capone che si dichiara «deluso e rammaricato».