lunedì 25 maggio 2009

Poli: "Mai uscita dal PdL, perchè mai entrata"

Lecce (salento) - Gli eventi politici che nelle ultime settimane hanno riguardato me ed il movimento “IO SUD” credo necessitino di un chiarimento, perché sono state veramente troppe le false ricostruzioni, le bugie e le offese rivolte non solo a me, ma anche al Movimento di cui sono Presidente.
(Adriana Poli Bortone) - Sono, infatti, ormai quotidiane le dichiarazioni degli esponenti del Popolo della Libertà in Puglia, ed a Lecce in particolare, che mi accusano di aver abbandonato il Popolo della libertà e di essermi spostata a sinistra. Insomma di aver  rinnegato le mie idee, la mia storia, il mio passato politico e di aver “tradito“ gli elettori che mi hanno votato al Senato della Repubblica appena un anno fa. Mi descrivono, inoltre, come il principale alleato del centrosinistra, come una delle due teste di un unico mostro, un unico nemico da battere. Secondo questi illustri signori dunque, avrei già fatto un accordo con il Partito Democratico per far confluire i miei voti al centrosinistra nel ballottaggio delle prossime elezioni Provinciali.
Credo sia necessario subito mettere in chiaro che non sono mai uscita del Popolo della Libertà, semplicemente perché non ci sono mai entrata. E’, dunque, questa una prima falsa ricostruzione, una prima bugia. Ero capolista al Senato (cosa forse questa che non è mai piaciuta a certi leaders regionali dell’attuale centrodestra) con la lista del Pdl che al suo interno aveva non solo esponenti di Forza Italia ed Alleanza Nazionale, ma anche liberali, socialisti, ex democristiani, ex radicali e molto altro ancora. Si trattava di un cartello elettorale molto vario, non ancora di un partito. Ero capolista perché condividevo le cosiddette “sette missioni per il futuro dell’Italia”, la quinta delle quali era “Il Sud”: era previsto, sì, il federalismo fiscale, ma anche, e cito testualmente, “misure di fiscalità di sviluppo a favore delle aree svantaggiate” e “pieno e tempestivo utilizzo dei fondi comunitari attraverso nuove intese istituzionali e di programma”. Dopo meno di un anno mi sono resa conto che quel programma veniva sistematicamente stravolto e tradito dalle richieste della Lega Nord, il che mal si conciliava con chi, come me, ha sempre avuto a cuore il destino e lo sviluppo della propria terra. Ho deciso, allora,  di non tirarmi indietro, di non lasciarmi spaventare dai grandi consensi di cui gode (non so ancora per quanto) l’attuale maggioranza di governo, ed ho così deciso di rimettermi in gioco per la difesa del Meridione. Meschini quanti attribuiscono la mancata adesione al PDL al mio mancato ingresso nella squadra di governo. Non ho mai chiesto né Ministeri né Sottosegretariati, non è nella mia natura e nel mio stile. Sono sempre stata una disciplinata servitrice del mio partito, finché è esistito. Ora che AN non esiste più ho riconquistato più libertà nel solco, però, dei valori nei quali ho sempre creduto e che ho sempre cercato di divulgare e difendere, perché per me la politica è ideali e partecipazione. Nelle mie esperienze di governo, a Roma come a Lecce, credo di aver sempre fatto qualcosa di buono per il territorio che mi aveva eletto, dando consequenzialità alla fierezza dell’appartenenza a un territorio, ma anche all’insegnamento almirantiano della “questione meridionale” come “questione nazionale”.
Il Movimento è nato, dunque, su una grande motivazione politica che oggi viene avvalorata dal forte intervento del Presidente della Repubblica che invoca il rispetto per il Sud, e censura l’assenza di una politica nazionale per il Mezzogiorno, la spoliazione continua dei fondi destinati al Meridione.  Il legare, quindi la nascita del Movimento, a meschinità che non mi appartengono, attiene al modo becero di fare politica che sta connotando alcuni esponenti del PDL che avevano la presunzione di dover vincere a tutti i costi, anche a dispetto della dignità e dell’orgoglio dei cittadini meridionali. Qualcuno dovrebbe spiegare come mai la “ scheda  elettorale” con l’obiettivo Mezzogiorno è stata decisamente strappata, come mai le opere infrastrutturali  sono state poi cancellate, come mai le aziende continuano a chiudere, la disoccupazione ad aumentare. Si è opportunisti, allora, quando si ammette il disagio di una politica antimeridionalista e si dice “No” al potere o non piuttosto si è opportunisti e legati al potere quando, pur di esercitarlo, si disattendono impegni programmatici si calpestano esigenze, si privano di risorse enti locali, imprese, famiglie?
La paura di perdere da parte di un Pdl che ha dimostrato una abitudine costante a disattendere le promesse elettorali, è forte, decisamente molto forte. Tanto da mettere in discussione le istituzioni democratiche, far cadere Giunte che hanno la presenza di esponenti di “Io Sud”: sintomi, questi, di debolezza personale e politica che i cittadini stanno cogliendo con sensibilità. Si riacquisti, allora, almeno negli ultimi giorni, quel minimo di dignità politica che faccia riconoscere inadempienze, voltafaccia al Meridione, scarsezza di incisività. E si abbia il buon senso di ricondurre il dibattito sui temi reali della politica che sono quelli sollevati non solo da me con la nascita di “Io Sud”, ma dal monito forte di Napolitano! Il Salento, come il Mezzogiorno, soffre, ancor più oggi che si abbatte su di esso questo iniquo federalismo fiscale che porterà alla secessione fra un nord sempre più ricco ed un sud sempre più povero! Lasciamo perdere, allora, le chiacchiere di chi a Lecce vuol rimanere in sella a tutti i costi e si serve dei transfughi pronti a tutto, persino a ridicolizzarsi da sé con continue brutte figure. Questa non è politica. E’ lo squallore di taluni che presumono di voler fare politica. E pensiamo ai grandi temi. Ad una “questione meridionale” ancora in piedi, non risolta ma addirittura aggravata da un governo che pure esiste perché voluto proprio da noi meridionali.
Ritorniamo alla serietà del dibattito, ne trarremo vantaggio tutti e, forse, potremo dimostrare di saper essere classe dirigente vera, quella che, purtroppo, è mancata e che negli ultimi anni è andata sempre più degradando nel suo complesso.
Abbiamo imprenditori, professionisti, artigiani, docenti che hanno ancora tanto da dire e da fare, che possono felicemente contribuire a fare emergere un Meridione protagonista. Sta a noi politici riuscire ad esaltare le qualità, creare sviluppo, costruire progettualità. Il resto è scorie”.

da www.corrieresalentino.it

da www.ilpaesenuovo.it

da www.lecceprima.it

Video da www.salentoweb.tv

da www.iltaccoditalia.info

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