giovedì 18 giugno 2009

Puglia denuclearizzata, dal PD la proposta di legge per dire NO alle centrali in Puglia

Lecce (Salento) - Tormentone di questa campagna elettorale, il dibattito sul nucleare torna a infiammare le giornate che precedono il ballottaggio alle provinciali. Nelle stesse ore in cui il Pdl accoglie a braccia aperte il Ministro alle Pari Opportunità, Mara Carfagna, il Pd salentino discute la proposta di legge regionale, che sarà depositata domani a Bari, per ostacolare la realizzazione di centrali atomiche da Foggia a Leuca.

(Maria Pia Mazzotta) - Puglia denuclearizzata, un concetto chiaro secondo la candidata del Pd alla presidenza della Provincia, Loredana Capone, che al tavolo con i consiglieri regionali Antonio Maniglio, Giuseppe Taurino, con il segretario dei giovani democratici, Stefano Minerva e il brindisino Vincenzo Cappellino, si è soffermata sui motivi del no a questa “avventura energetica” su cui il Governo, secondo la vicepresidente, non ha ancora fatto chiarezza.

“C’è in primo luogo l’adesione, da parte della Puglia -spiega la Capone- al protocollo di Kyoto che prevede la riduzione dell’energia prodotta da fonti fossili e l’incentivazione delle fonti rinnovabili. A questo si aggiunge il primato della nostra regione nella produzione di energia (l’80% del sistema nazionale è alimentato dalla Puglia) senza trascurare, poi, il modello di sviluppo pugliese, basato sull’innovazione e la ricerca industriale, sulla valorizzazione delle proprie caratteristiche, dall’agricoltura al turismo.

“La nostra posizione è netta -continua la candidata- lo è meno quella del Governo, che appena pochi mesi fa, nel settembre 2008, per bocca del ministro Raffaele Fitto aveva dato il proprio benestare al nucleare, pur non avendo il titolo per farlo; proprio lo stesso Ministro che, in campagna elettorale, ha cambiato versione per questione di comodità, sbandierando un presunto no del Pdl. Eppure ci sono colleghi del Pdl, come il senatore brindisino, Michele Saccomanno, che tuttora palesano il loro favore al nucleare”.

Allo stato attuale, il timore del Pd riguarda l’imminente discussione in Parlamento dell’Art. 25 che potrebbe conferire al Governo la piena titolarità in merito a decisioni di questo tipo, lasciando a bocca asciutta l’ente regionale.

“Ma la Puglia non è una zona di servizio -tuona il capogruppo regionale del Pd, Antonio Maniglio- ecco perché è necessaria una legge che fermi sul nascere l’ipotesi del nucleare nella nostra regione”. Il Pd ribadisce quindi il proprio dissenso a una centrale nel Salento e nello specifico in provincia di Brindisi, invita alla costruzione di una politica che tuteli l’ambiente e la salute umana e sorride con ironia di fronte alle affermazioni del Presidente del Consiglio che “rassicura” i pugliesi con la prospettiva di impianti nucleari in Albania.

Premesso che il paese delle Aquile non è una colonia italiana, se il Governo dovesse decidere di costruire centrali nel Salento, il Pd non esiterà a presentarsi alla Corte Costituzionale con un conflitto di attribuzioni.

Impegno umano, civile e politico. Servirà questo secondo il Partito Democratico leccese per scongiurare il rischio del nucleare, servirà un Salento che non chini la testa al Governo e non si sottometta a una “conquista imperiale”.

da www.corrieresalentino.it

da www.ilpaesenuovo.it

da www.lecceprima.it

Video da www.salentoweb.tv

da www.iltaccoditalia.info

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