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| Mercoledì 17 Giugno 2009 15:06 | |
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“La produzione, il trasporto e la distribuzione dell’energia è, ai sensi dell’art. 117 della Costituzione, materia a legislazione concorrente. Ecco perché la Puglia e le altre regioni non possono essere chiamate per dire inutilmente la loro opinione tanto poi decide Berlusconi. La legge regionale, al contrario, può far intendere al governo di Berlusconi e Bossi che devono girare al largo della Puglia. Questo è l’obiettivo politico del nostro intervento legislativo: il futuro della Puglia lo decidono i pugliesi non i proconsoli del potere romano. E il futuro della Puglia deve essere senza nucleare per i motivi riportati nella relazione alla legge e in particolare: la Puglia, con il Pear, ha scelto la strada di aderire al protocollo di Kyoto e alle direttive europee che prevedono la riduzione dell’energia prodotta da fonti fossili, l’incentivazione delle fonti rinnovabili, il risparmio energetico; la Puglia produce energia ben oltre il proprio fabbisogno esportandone oltre l’80% a vantaggio della comunità nazionale; per far fronte a questa quota rilevantissima di produzione energetica la Puglia sta pagando un prezzo altissimo in termini di degrado ambientale di intere aree e di gravi ricadute sulla salute dei cittadini; il modello di sviluppo della Puglia è centrato sull’innovazione e la ricerca industriale, sulla valorizzazione delle sue peculiarità (agricoltura di qualità, tipicità dei prodotti mediterranei, rete delle piccole e medie imprese artigiane e commercianti), sulla tutela dei suoi beni più preziosi (il mare e la costa, il paesaggio rurale, le città d’arte)”. “La proposta di legge si collega, tra l’altro, alle precedenti posizioni assunte dal Consiglio regionale e, in particolare, con il deliberato assunto nella seduta del 24 novembre 2003 con il quale si chiese il ritiro del decreto legge 314/03 che individuava a Scanzano Jonico il sito nazionale per lo smaltimento delle scorie nucleari”. “Per questi motivi”, l’auspicio del capogruppo PD in Regione, Antonio Maniglio è “che la proposta sia sottoscritta dai rappresentanti di tutti i gruppi consiliari”. Il testo “Denuclearizzazione della Puglia” Articolo 1 La Regione Puglia, sulla base dei principi costituzionali e delle competenze in materia di urbanistica e ambiente, nonché delle attribuzioni in via concorrente in materia di salute pubblica, protezione civile, governo del territorio e produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia di cui all’art. 117 della Costituzione, dichiara il territorio regionale della Puglia denuclearizzato e precluso alla presenza di impianti nucleari e al transito, anche temporaneo, di materiali nucleari. Articolo 2 La Regione Puglia, d’intesa con i Presidenti di Basilicata, Calabria e Campania promuove la conferenza per la sicurezza e la cooperazione del Sud tesa a rilanciare la denuclearizzazione dei territori vocati all’agricoltura, al turismo e al manifatturiero innovativo individuando forme di collaborazione solidali tra i territori interessati. Articolo 3 La Regione Puglia, attraverso le proprie strutture preposte alla vigilanza ambientale e sanitaria, ARPA e aziende del servizio sanitario regionale, cura la rilevazione tecnica e strumentale di presenze sul territorio regionale di materiale nucleare e adotta le misure di prevenzione necessarie ai fini di cui al precedente art. 1. Articolo 4 La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. |



“Puglia denuclearizzata”: è il tema della conferenza stampa, tenuta a Lecce, per presentare la proposta di legge che sarà firmata da tutti consiglieri aderenti al PD. “Metterà un punto fermo nella querelle mediatica su nucleare si’ nucleare no. I balbettii della destra non lasciano prefigurare nulla di buono”, osserva il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Antonio Maniglio, commentando l’iniziativa assunta con i colleghi.