E ADESSO PELLEGRINO ANNUNCIA UNA QUERELA CONTRO FITTO - da lecceprima.it

La querelle tra Giovanni Pellegrino e il ministro Raffaele Fitto non si attesta, ma si avvicina ad un approdo nelle aule giudiziarie. In una conferenza stampa, convocata nella mattinata, nella sede della provincia, il presidente di Palazzo dei Celestini, ha annunciato la volontà di sua moglie, la signora Gianna (presente all’incontro) di inoltrare querela nei confronti del ministro magliese, a causa delle dichiarazioni ritenute “calunniose” in merito alla vicenda dell’impianto Italgest a Salice Salentino e alle presunte speculazioni sull’operazione della vendita dei terreni sui quali far sorgere l’impianto fotovoltaico. La polemica, che si trascina ormai da qualche giorno, assume contorni assolutamente previsti, che alzeranno certamente il livello dello scontro politico, peraltro già molto teso, in vista delle prossime elezioni provinciali. Pellegrino, in particolare, ha voluto difendere l’operato della giunta provinciale, attaccando l’atteggiamento di Fitto, dettato da “puro rancore” nei confronti di Ivan De Masi e della sua famiglia, per la “colpa” di essersi candidato, da imprenditore, “dalla parte sbagliata”. Pellegrino ha ribadito che “un liberale come Fitto” sembri essersi dimenticato di tutte le leggi del liberismo che “regolano il mercato”: il presidente ha puntualizzato che il mercato è una realtà, fatta di domanda e di offerta e che proprio chi si fa sostenitore politico di questa logica, non dovrebbe montare polemiche rancorose. Pellegrino ha inoltre riservato qualche stoccata alla Confindustria locale, colpevole, a suo dire di uno strano “silenzio”, che denoterebbe un “potere servile nei confronti del ministro Fitto”. Il presidente ha infine annunciato l’intenzione di scrivere al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, per chiedere che senso possa avere nel suo governo un ministro che fa della “cultura del sospetto” e di una “cultura bolscevica nei confronti del mondo delle imprese”, la propria ragione di vita. Pronta la replica del Pdl, che, con un comunicato a firma di uomini vicini al ministro Fitto (Cosimo Gallo, Giorgio Costa, Simonetta Licastro, Vincenzo Barba e Luigi Lazzari), stigmatizza l’iniziativa del presidente Pellegrino di convocare una conferenza stampa alla presenza di sua moglie, nella sede della Provincia di Lecce, per annunciare la querela nei confronti di Fitto: “È la prova – sottolineano - che Pellegrino pensa che la Provincia di Lecce sia casa sua, sede in cui e da cui poter trattare variamente questioni della sua famiglia, del suo Studio Legale, di investimenti imprenditoriali impasticciate con questioni istituzionali”. “Fitto – proseguono - sarebbe secondo Pellegrino un calunniatore abituale. Ebbene, vogliamo esserlo anche noi e vogliamo essere anche noi querelati da Pellegrino e da sua moglie, perché continuiamo a porre questioni meramente politiche a cui Pellegrino continua a rispondere con farneticanti conferenze stampa in cui crede di poter impartire lezioni e strumenti giudiziari dalle quali si evince che il merito delle questioni è tutto confermato”. “Non è forse vero – insistono - che quei terreni sono della moglie del Presidente? E non è vero che fino a poco tempo fa erano coltivati a vigneto e solo da poco sono divenuti seminativo? E non è forse vero che, come detto dallo stesso Pellegrino, anche la Provincia di Lecce ha dato assenso alla realizzazione della centrale? Ed è normale che quella centrale sia di Italgest, la stessa azienda che a Casarano non essendo riuscita a fare la centrale ha candidato a sindaco il fratello di Paride De Masi sostenuto dalla stessa alleanza trasversale (Pd, Udc e Io Sud) che a Lecce era favorevole all’altra centrale di Italgest bloccata in consiglio comunale?” Gli esponenti del centrodestra puntualizzano che oggi Pellegrino faccia “l’avvocato del diavolo”: “Pellegrino dice – affermano - che il ministro Fitto ha accusato Italgest di speculazione e per questo sua moglie querela il ministro… che interesse ha la moglie di Pellegrino a querelare Fitto che avrebbe calunniato Italgest? I pasticci in questa vicenda sono così tanti che il Presidente Pellegrino dovrebbe bandire dal suo vocabolario parole come moralità e legalità se non per chiarire come mai le sue questioni familiari, affaristiche e legali sono tanto impasticciate con quelle istituzionali della Provincia di Lecce”. E una risposta arriva anche dalla stessa Confindustria, per voce del presidente Piero Montinari. Che a Pellegrino dice: “Confindustria Lecce è consapevole del proprio ruolo di difesa dei valori dell’impresa e di tutela della stessa e non può essere utilizzata nell’ambito di diatribe personali-politiche, né siamo interessati a ciò, perché in periodi storici come quello attuale, è nostra premura seguire con attenzione le problematiche reali che le imprese hanno, sempre pronti ad intervenire in presenza di atti illegittimi della pubblica amministrazione. Chiediamo invece alla Politica – conclude Montinari – di fare per lo sviluppo del nostro territorio”.