sabato 6 giugno 2009

MERCATO DEI VOTI? ROTUNDO: "ACCERTAMENTI PATRIMONIALI" - da www.lecceprima.it



A poche ore dalle elezioni, non si placano le polemiche sul presunto mercato dei voti. Una bufera nella bufera, iniziata con le dichiarazioni del senatore del Pd Alberto Maritati, proseguita con il vicepresidente regionale Sandro Frisullo, che ha rimarcato quella denuncia, e che ha ricevuto in cambio risposte piccate da parte del ministro Raffaele Fitto e del sindaco di Lecce Paolo Perrone. Il primo ha invitato Maritati a recarsi in Procura, qualora avesse prove di illeciti, il secondo ha chiesto più accortezza con certe dichiarazioni. Oggi, a rilanciare la questione, ci pensa il leader della minoranza a Palazzo Carafa, Antonio Rotundo, che di certo non getta acqua sul fuoco. “Credo che l’allarme lanciato da Maritati sullo scambio voti-denaro che rischia di inquinare la campagna elettorale nella nostra città chiami in causa soprattutto la politica e che spetti innanzitutto ai partiti fare pulizia e rinnovarsi”, commenta.

“Per questo – aggiunge - dispiace veramente che Fitto abbia liquidato con fastidio il tema sollevato, perché in questo modo il ministro non ha colto il carattere politico e non giudiziario della denuncia. C’è un dato, infatti, che non possiamo far finta di non vedere; esso riguarda il costo elevatissimo delle campagne elettorali di alcuni ben individuati candidati. Non conviene anche Fitto che in questi casi sarebbe opportuno e persino doveroso fare degli approfondimenti? Dovremmo essere tutti d’accordo – prosegue Rotundo -, senza fare polemiche, che laddove c’è uno scarto evidente tra i redditi dei candidati e le spese sostenute si rendono necessari accertamenti patrimoniali per verificare se i fondi vengono dai canditati, dai partiti o hanno altre provenienze”.

“Per questo non pensiamo affatto che il tema sollevato da Maritati sia da archiviare o da demandare solo ai giudici, ci auguriamo anzi che dallo stesso Pdl si levino voci forti ed autorevoli, che pure non mancano, per poter fare su questa delicata questione un fronte comune”, conclude. Già ieri Frisullo aveva rinfocolato la polemica, sostenendo che “il rischio d’inquinamento della campagna elettorale è reale. Il mercato dei voti non è un’invenzione di Maritati. Il centrodestra sbaglia a sottovalutare il problema”. Il caso ha avuto inizio con alcune proteste in altre aree pugliesi, specie nel barese, e si è esteso fino a Lecce. “Su alcuni ceti deboli –ha sottolineato Frisullo -, soprattutto in alcuni ben individuati quartieri cittadini si esercita da parte di questi candidati una pressione indebita che lucrando sui bisogni della povera gente costruisce il proprio consenso elettorale”.

La questione pare non sia stata particolarmente gradita al ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, che a Maritati ha risposto, sostanzialmente: fuori i nomi, o silenzio. “Il senatore Maritati ci risparmiasse le sue consuete denunce a mezzo stampa che vengono spacciate per sentenze solo perché provengono da un ex magistrato. Se ha nomi e prove vada in Procura anche se comprendiamo bene che lì i precedenti non lo aiutano visto che da magistrato può vantare numerose e clamorose inchieste poi conclusesi con altrettanto clamorose archiviazioni. Se non ha nomi e prove, invece, taccia e guardi all’interno della sua coalizione dove certamente troverà di che riflettere”.

Anche il sindaco di Lecce ha trovato pretestuosa la denuncia di Maritati, parlando di “sparo nel buio che, in quanto tale, non fa bene a nessuno”. Ovvero, a suo parere, si è trattato di un tentativo di “avvelenare il clima politico. E’ ovvio che va condannato senza esitazione qualsiasi fenomeno di voto di scambio o pressioni psicologiche sull’elettorato, ma in casi come questo- ha aggiunto Perrone -, o si va in Procura con nomi e circostanze ben precise e si compie il proprio dovere di cittadino in modo esemplare oppure si sta zitti”.

da www.corrieresalentino.it

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