mercoledì 8 luglio 2009

DA PROVINCIA A LECCE: LE SPINE DI GABELLONE E PERRONE - da www.lecceprima.it


Il presidente della provincia, alle prese con la composizione della giunta provinciale: attenzione a quote rosa e rappresentanza territoriale. Perrone indeciso sulle prossime mosse per il Comune
caricamento in corso

Antonio Gabellone e Paolo Perrone sono accomunati in queste ore da importanti scelte amministrative: il primo, presidente della provincia di Lecce, da pochi giorni, continua, tra un impegno ufficiali e l’altro, la discussione sulla composizione della prossima giunta provinciale. La proclamazione degli eletti potrebbe di fatto accelerare i tempi della nascita dell’esecutivo di Palazzo dei Celestini: i problemi da affrontare sono diversi e l’amministrazione ordinaria necessita comunque di una squadra preparata e competente, che si sappia muovere con unità di intenti e senza personalismi. Tuttavia la fase delle scelte post voto è sempre complessa: la cosiddetta “spartizione” elettorale, ossia l’attenzione a tutti i criteri utili alla composizione di una giunta, dal consenso alla rappresentanza territoriale, può creare rallentamenti e persino qualche grana. Si pensi, ad esempio, al caso Squinzano, uno dei pochi comuni salentini, che esprimerà ben due consiglieri provinciali a Palazzo dei Celestini, entrambi nello stesso schieramento di centrodestra: Mino Miccoli, primo degli eletti con “La Puglia prima di tutto” e Gianni Marra, sindaco del comune, eletto nelle file del Pdl. Quest’ultimo, in modo particolare, dopo la proclamazione ufficiale in Corte d’Appello del nuovo consiglio provinciale, si è visto declassare dal primo posto per consenso elettorale nella sua lista al quarto, cedendo il passo a due fittiani doc, come Ernesto Toma e Silvano Macculi, oltre all’assessore al comune di Lecce, Roberto Marti.

Marra e Miccoli, uniti nello schieramento e anche nella giunta cittadina di Squinzano, rischiano di separarsi intorno alla possibilità di un incarico assessorile a Palazzo dei Celestini: risulta difficile, infatti, che entrambi vengano premiati da Gabellone e, comunque vada, qualcuno, visto il rispettivo ottimo risultato elettorale, rischia di restare scontento. C’è poi la questione “quote rosa”, che resta l’altro nodo da risolvere ai fini della composizione della sua giunta, per Antonio Gabellone. I nomi sono sempre i soliti: da Fernanda Metrangolo a Simona Manca e Filomena D’Antini, di Surbo. E, a proposito di giunta provinciale e dei criteri sull’assegnazione delle competenze e delle deleghe, interviene Adriano Napoli, presidente di Destra di Base, che dichiara: “Non si può togliere la legittima speranza, a chi ha vinto, di ricevere l’assessorato guadagnato con il consenso elettorale. E non si può prescindere dai criteri principalmente legati alle competenze per assegnare gli assessorati esterni necessari al rispetto delle cosiddette ‘quote rosa’. Inoltre non si può riconoscere al movimento ‘La Città’ che non ha nemmeno presentato una lista tutta sua, la prerogativa di gestire la quota politica del Pdl spettante ad An. Destra di Base ha partecipato in modo determinante con propri candidati nelle liste che appoggiavano Gabellone e con il sacrificio di altri suoi esponenti provinciali che hanno dovuto rinunciare alla propria candidatura sacrificandosi per gli altri. Pertanto se si vuole guardare oltre il dato elettorale e strettamente meritocratico, anche a noi le competenze adeguate non mancano, Destra di Base deve essere parte attiva e integrante del processo di formazione della giunta provinciale. Ciò se si vuole rispettare il territorio e l’elettorato al di là di interessi di ‘corrente’ o altri tipi di personalismi. Destra di Base si affida quindi alla serietà e al buon senso del ministro Fitto e del presidente Gabellone affinché questa bellissima esaltante vittoria sia gestita in modo equo e intelligente, ma soprattutto con saggezza e giustizia”.

“Pertanto – spiega Napoli - riteniamo ineludibile l’assegnazione della vicepresidenza provinciale, qualora spetti ad An, a chi è stato il più votato di An e assegnare gli assessorati fuori dalle quote rosa seguendo lo stesso criterio. Se poi si volesse assegnare deleghe assessorili ai non eletti le si diano ai movimenti politici che hanno partecipato attivamente alla campagna elettorale anche se non hanno eletto nessuno. In merito alle quote rosa è anche giusto prendere in considerazione le donne che sono state candidate anche se non elette. Garantire il rispetto di tutte le anime del centrodestra è indispensabile se vogliamo affrontare nel migliore dei modi le prossime sfide elettorali, e tra qualche mese ce n’è una estremamente impegnativa: quella regionale”.
Diverso discorso, invece, per Paolo Perrone, sindaco di Lecce, incalzato dal “caso Poli” e dalle oggettive difficoltà sull’azzeramento della sua giunta: la sentenza del Tar sul reintegro dell’ex sindaco nell’esecutivo di Palazzo Carafa hanno stravolto di fatto le intenzioni del primo cittadino, che ora deve fare i conti con una maggioranza risicata e con una situazione amministrativa in fase di stallo. In attesa che il Consiglio di Stato si pronunci (e che lo faccia a suo favore, Perrone deve valutare se proseguire il proprio impegno con al fianco il vecchio esecutivo o se azzerare la giunta, prestando il fianco a possibili nuovi ricorsi e all’oggettiva difficoltà di riproporre una squadra amministrativa che non accontenti le parti in causa. Molti nomi della sua giunta non sono approdati in provincia e molto probabilmente resteranno a lavorare al comune: i nuovi arrivati nella sua maggioranza si aspettano di venire premiati per la fiducia accordata al primo cittadino. Il destino di Perrone, dunque, sembra incrociarsi con quello di Gabellone e con le scelte che il nuovo presidente provinciale farà. Di certo, le grane maggiori sembrano quelle del sindaco di Lecce, che presto dovrà sciogliere le riserve e comunicare le sue reali intenzioni.

da www.corrieresalentino.it

da www.ilpaesenuovo.it

da www.lecceprima.it

Video da www.salentoweb.tv

da www.iltaccoditalia.info

Ulteriori notizie politiche:

o