mercoledì 1 luglio 2009

La svolta politica: apertura a Idv, Udc e «Io Sud» DA WWW.LAGAZZETTADELMEZZOGIORNO.IT



di BEPI MARTELLOTTA

BARI - Tutti a casa. Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha chiesto e ottenuto da tutti gli assessori regionali di rimettere il mandato nelle sue mani e «nelle prossime ore» darà vita al nuovo governo regionale, allargandolo a quegli alleati che hanno consentito alle amministrative di «arginare il berlusconismo», Italia dei Valori, Udc e il movimento «Io Sud».

Il totopoltrone - assicura il governatore - non durerà a lungo: quasi certamente la trattativa sulla nuova composizione della giunta, partita nei giorni scorsi tramite colloqui coi leader nazionali di Udc, Idv e Pd, porterà all’uscita di scena del vicepresidente della giunta Sandro Frisullo, che la Procura ha assicurato non risultare indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità ma che è comunque finito nel traticarne mediatico attorno al sexygate di Bari. La sua poltrona verrà probabilmente offerta ad Adriana Poli Bortone, la leader di «Io Sud» che col suo 22% di consensi ha reso difficile la vittoria del Pdl alla Provincia di Lecce. Difficile che l’ex di An accetti, ma non si sa mai. Per l’Udc (da sempre perplessa su Vendola), invece, appare ai più un approdo naturale in giunta quello di Dario Stefàno, il consigliere regionale che ha abbandonato i banchi del Pd per sposare la battaglia meridionale dei centristi. Quindi l’ingresso dei dipietristi, che in Pierfelice Zazzera (il coordinatore regionale) hanno la punta di diamante delle fustigazioni sul mix di affari e politica che hanno invischiato la sanità pugliese, mix che Vendola addita come il primo nemico da combattere nell’ultimo scorcio di legislatura. Quindi il Pd, la cui delegazione (compreso il capo Frisullo) verrebbe azzerata per far posto a nuovi esponenti. Molto probabile che Massimo D’Alema spinga per un ingresso di Enzo Lavarra, l’eurodeputato non rieletto alle ultime europee, mentre l’ala moderata (Minervini) potrebbe «sopravvivere» all’azzeramento.

Il «colpo di teatro» è arrivato al termine del giorno più lungo del governo regionale. Vendola, rientrato dal Canada, ha prima affrontato con gli assessori a lui più vicini, Introna e Fiore, la questione delle inchieste su festini e appalti sanitari che hanno travolto la Regione. Quindi, dopo un lungo e duro confronto con la manager Asl di Bari Cosentino, la seduta di giunta. Un dibattito «molto acceso» sul dato elettorale, con la Puglia che si conferma «laboratorio politico del cambiamento». «La responsabilità di ricostruire un’alleanza forte e di ridiscutere i confini della coalizione - scandisce Vendola - ricade su di me e ho deciso di dimostrare che questo governo è all’altezza della sfida». Insomma, fino alle regionali dell’anno prossimo non deve restare negli occhi dei pugliesi l’immagine di «un governo del sottopotere e delle lottizzazioni, ma un laboratorio di buon governo e di cambiamento». Si rilancia, dunque, onde uscire dal fango che ha cominciato a travolgere le aziende sanitarie e la stessa giunta con un «ricambio rapido», che terrà conto sia del progetto politico (l’allargamento dell’alleanza) sia della questione morale. «La nuova giunta avrà un’ambizione grande: tenere aperta la questione meridionale» lanciata dall’alleanza per il Sud messa in piedi dai democratici coi centristi. Ma la nuova composizione di governo che Vendola ha in mente dovrà anche «consentire alle persone coinvolte di potersi difendere nelle sedi opportune». È accaduto con l’ex assessore Tedesco, dimessosi - ha ricordato Vendola - appena avuta notizia di essere indagato, non è accaduto ora con le notizie che coinvolgevano esponenti di governo seppur non indagati. «Bisogna recuperare lo stile, – ha detto Vendola – soprattutto quando rischia di diventare ancora più acuto il grido di dolore che vede la gente normale schifata della politica».

Le inchieste in corso hanno dato una spinta decisiva alla scelta che Vendola stava maturando in chiave solo politica. Ed è moto probabile che dalla stessa Procura siano arrivate alle orecchie del governatore, già consapevole del «bubbone» che rischiava di esplodere, nuove notizie circa l’evoluzione dei vari filoni d’indagine. Impossibile rinviare ancora la sterzata e, forse, impossibile (come accadde con Tedesco) spegnere sul nascere ogni ombra di dubbio sull’operato della giunta con la sfida delle regionali alle porte. «Fuori tutti» dunque, confermando sia «la massima fiducia nel lavoro degli inquirenti» sia l’obiettivo di «salvaguardare innanzitutto l’interesse dei pugliesi». Un «segnale di discontinuità» per riaffermare il principio di trasparenza e buon governo, progetto in cui forse il Vendola delle ultime settimane, mano mano che emergevano notizie dalle inchieste, si è sentito più solo.

da www.corrieresalentino.it

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