
martedì 31 marzo 2009
Palazzo Celestini, Ria non si sbilancia ma non nega, ipotesi ancora in piedi - da sudnews.it

MA SONO LE PROVINCIALI O È LO SHOW DELLA TRANSUMANZA? - da lecceprima.it
E quelli che potrebbero esserlo, si affannano, appena invitati, a rifiutare in filo diretto la candidatura, come se poter diventare presidente della provincia di Lecce sia il “peggiore dei mondi possibili”. E se Ugo Lisi, Saverio Congedo e, ancor prima di loro, Alfredo Mantovano, hanno chiarito la propria indisponibilità a candidarsi, viene difficile comprendere chi possa essere il “big” di turno a cui si fa riferimento per guidare la coalizione nella sfida elettorale: ci sarebbe Gianni Garrisi, assessore comunale di Lecce, tenuto sulla “graticola” ormai da un quadrimestre, ma verrebbe difficile comprendere, dopo un lento screditamento mediatico della sua candidatura, che il centrodestra improvvisamente decida che il suo nome, che fino ad oggi non è andato bene a molti, sia di fatto quello giusto. La parola chiave, insomma, della campagna elettorale sembra essere diventata “coerenza”, un concetto chiaro, ma terribilmente controverso e soggettivo se si pensa agli scenari che gli ultimi mesi hanno consegnato alla politica salentina e che, per molti aspetti, rasentano l’assurdo e il tragicomico.
Si pensi all’insistenza, con la quale, in questi giorni, si continua a sottolineare che il candidato del Pdl possa essere l’ex presidente della provincia di Lecce e attuale deputato del Pd, Lorenzo Ria: un “colpo” che sarebbe il prototipo dell’incoerenza da qualsiasi punto di vista lo si osservi. Si, perché Ria è schierato nel centrosinistra e ha sempre ribadito di non essere intenzionato ad entrare nel Pdl; ma soprattutto sarebbe la dimostrazione di una contraddizione in termini per il Pdl, che, dopo aver propagandato la presenza di nomi autorevoli al suo interno, si ritroverebbe a pescare il candidato nella coalizione avversa, dimostrando che forse l’elenco di possibili candidati al momento non esiste. Ria, dal canto suo, ha precisato di non essere interessato a “nessun salto della quaglia”, ma le voci in tal senso si moltiplicano e le evoluzioni della politica locale lasciano aperta ogni ipotesi. Dario Stefàno docet. Nel caso di quest’ultimo, poi, la situazione non appare meno ingarbugliata di quella che si vive nel Pdl: lanciato prima dalla Poli come possibile candidato presidente del suo movimento, l’ex esponente margherita del Pd, che ha lasciato il suo vecchio partito per i veti proprio su una sua possibile candidatura a Palazzo dei Celestini, si è ritrovato candidato dall’Udc, col malcontento di molti sostenitori del gruppo facente riferimento a Luigi Pepe, primo nome per la provincia, proposto dallo scudo crociato. Ed ora come ora Stefàno è in attesa di segnali positivi da parte di Adriana Poli Bortone, che, invece, tardano ad arrivare: e chissà che la senatrice, come sostengono ambienti a lei vicini, non stia valutando qualche nome più forte per il Salento o addirittura di scendere in campo in prima persona.
Sarebbe anch’essa una scelta contraddittoria, visto che l’eurolady ha rifiutato, prima del dissidio col Pdl, la stessa candidatura offertagli su un piatto d’argento da tutto il centrodestra. E che ne sarebbe di Stefàno se dovesse essere accantonata la sua candidatura dalla stessa Poli? Tra “salti della quaglia” e nomi pronti ad essere “leoni da combattimento” o “antilopi” in fuga davanti al pericolo, più che in una campagna elettorale sembra di essere in uno zoo, fragoroso e chiassoso, dove a farla da padrone sembra essere la fiera o lo show della “transumanza”, con cambi di casacca che già non si contano più e che consegnano un quadro politico profondamente rimpastato. Agli ingredienti di questo cocktail esplosivo, si possono aggiungere i primi sondaggi, che si diffondono senza mai citare fonti precise (è così difficile fornirle?) e che darebbero il Pdl nettamente in testa sui suoi avversari (con centrosinistra e Terzo Polo appaiati), anche senza candidato: dato che se fosse reale, toglierebbe di mezzo l’ultimo luogo comune ancora in vita, che, cioè, il nome possa fare la differenza. Con buona pace di tutti gli interessati.
Di certo, in questo assurdo reality della politica leccese in costante evoluzione, emergerebbe che il centrosinistra, comunque vada, con tre candidati (reali o presunti che siano) nei tre poli in corsa (caso unico più che raro), si troverebbe protagonista di una campagna elettorale dal sapore di “primarie anomale”.
lunedì 30 marzo 2009
Ugo Lisi e Lorenzo Ria: speranze vincenti nei due poli - da www.portadimare.it
PROVINCIA DI LECCE - PdL e Polo di centro puntano ai due big anche se, come vedremo in questo ottimo articolo di Fabio Casilli (Gazzetta del Mezzogiorno) il PdL insidia l'ex (indimenticato) presidente della Provincia. Intanto si continua a puntare su Dario Stefàno per la presidenza del terzo polo di centro anche se il nome non viene "rilasciato" come ufficiale. Pare che la Poli non sciolga le riserve e ha ragione: in definitiva chi è Stefàno? Ria sarebbe ben altra cosa ma il senatore del Pd avrebbe giurato fedeltà al suo partito.
La scelta del candidato per strappare l’Amministrazione di Palazzo dei Celestini al centrosinistra sembra ormai restringersi a due possibili nomi. E, in un caso, si tratterebbe di un clamoroso ritorno: quello di Lorenzo Ria, ma stavolta con l’appoggio del Popolo della Libertà. In alternativa, a doversi “sacrificare” e a scendere in campo per guidare la coalizione del centrodestra sarà l’ultimo presidente provinciale di An,Ug o Lisi.
Da giorni circola la voce di contatti strettissimi tra il ministro per gli Affari regionali Raf faele Fitto e lo stesso Ria. I due, pur essendo schierati, da oltre 15 anni, su fronti politici opposti, non si sono mai scontrati direttamente, tanto da far più volte pensare alla stipula di un vero e proprio “patto di non belligeranza”.
Di sicuro, esiste una stima reciproca, che non è mai venuta meno. Anzi, sarebbe semmai cresciuta, proprio negli ultimi mesi, in conseguenza del fatto che Ria è stato sempre più “emarginato” all’interno del Partito democratico salentino. E così si scopre che Fitto avrebbe offerto, su un piatto d’argento, all’amico-avversario la candidatura alla presidenza della Provincia di Lecce in quota Pdl. Ria è, peraltro, l’oggetto dei desideri non solo del centrodestra. A chiedergli di correre con il Terzo Polo sono stati pure Pierferdinando Casini e Adriana Poli Bortone.
Ma, in questo caso, il rifiuto del parlamentare Pd è stato netto. E, dopo che si era sparsa anche la voce di un suo imminente passaggio nel gruppo parlamentare dell’Udc (sull’esempio del deputato lombardo e collega di partito Pierluigi Mantini), ci ha tenuto a chiarire: «Sono un bipolarista convinto e non ho alcun interesse per le posizioni politiche da Terzo Polo dell’Udc». Al contrario, pur non essendo convinto della decisione, l’offerta di Fitto lo avrebbe lusingato ed allettato. Per le posizioni assunte negli ultimi mesi (in particolare, le continue ed inascoltate sollecitazioni a ricorrere alle primarie nella scelta del candidato alle Provinciali) Ria sa che il suo futuro nel Pd sarà segnato più da spine che da rose e fiori.
E, allora, perché non prendersi una bella rivincita sugli alleati che lo hanno messo all’angolo? E perché non riconquistare col Pdl quella Provincia che, nel corso dei suoi nove anni da presidente, ha spiccato il volo, facendo parlare di sé in tutta Italia? Ma le perplessità di Ria per un cambio di casacca politica, che potrebbe metterlo in cattiva luce con il suo elettorato di riferimento, restano. Nel caso di un nuovo rifiuto, quindi, il centrodestra dovrà trovare in fretta il suo candidato: in pole position c'è Ugo Lisi con l’obiettivo di frenare la fuga di consensi di destra verso il movimento “Io Sud” della Poli. Del resto, concluso il congresso romano di costituzione del Pdl, non c'è più molto tempo da perdere.
Loredana Capone, candidata del centrosinistra, è già in campagna elettorale. Dario Stefàno, intanto, continua ad aspettare un segnale di assenso dalla Poli. Quel segnale tarda troppo ad arrivare e chissà che Stefàno, alla fine, non si stanchi di attendere invano.
Lorenzo Ria: Fitto gli offre la Provincia di Lecce con il Pdl - da sudnews.it

La Poli contro tutti - da www.ilgallo.it

di Giuseppe Cerfeda
“Noi abbiamo a cuore il Sud”
Dopo mesi di anticamera e indiscrezioni, Adriana Poli Bortone è uscita allo scoperto. Il suo è un movimento completamente nuovo ed ha subito trovato, per dirla come la Senatrice, la condivisione dell’UDC, con cui è stata stretta un’alleanza. “E’ un’idea, non solo trasversale ma inclusiva, che vuole appunto includere chiunque abbia il desiderio di fare qualcosa per il Mezzogiorno; non solo i delusi dalla politica, ma anche gli amministratori capaci e delusi dalla mancanza di concretezza. Quando c’è intelligenza, volontà, capacità di analisi, non esistono barriere. E qui da noi, di gente capace, ne abbiamo tantissima: nelle industrie del nord, nelle università italiane, ovunque, fuori da questo territorio, siamo valorizzati; ma lo possiamo fare sul nostro territorio tutto questo o dobbiamo continuare a regalarlo al resto d’Italia? Allora, io ho fatto solo questo conto, che non era difficile: se al Nord c’è un soggetto che recupera l’identità del territorio, perché non può esserci qui un qualcosa di cui essere fieri? Questo movimento sarà tanto grande quanto la nostra gente lo vorrà far diventare!”.
Non teme. con questa ulteriore divisione. di spianare la strada, della Provincia prima e della Regione poi, al centrosinistra? “Ho cercato di veicolare l’idea di un Mezzogiorno che abbia un suo ruolo da protagonista. Ed è un tentativo che sto portando avanti. Sono due anni che provo a dire al Presidente del mio partito che il Mezzogiorno doveva essere una realtà fortemente pensante: a Natale di tre anni addietro gli regalai una maglietta con su inciso lo slogan “Cogito ergo Sud!”. Un Sud, dunque, pensante, con la necessità di esprimersi nonostante le pressioni sul Governo centrale della Lega Nord. Mi rendevo conto fin da allora che c’era uno spazio politico non ricoperto dai partiti tradizionali. Da quel momento in politica le cose sono cambiate moltissimo, tutti abbiamo contribuito alla semplificazione ritenendo decisamente troppi i 47 partiti. In realtà siamo arrivati ad un bipartitismo piuttosto imperfetto e l’attuale Governo subisce un elemento fortemente condizionante che è la Lega, la quale ci ha imposto una tabella di marcia regalandoci un Federalismo assolutamente penalizzante, norme sulla sicurezza a sfondo razzista e, per ultime, ma solo cronologicamente, delle norme sull’agricoltura che penalizzano ulteriormente il Meridione a favore di produzioni del Nord. E di questi esempi ne potrei fare tanti, tutte situazioni che ci fanno capire come ci sia bisogno di una presenza politica che vigili e difenda le ragioni del Sud”.
Non poteva farlo, forse più comodamente, seduta tra i banchi della maggioranza con il PDL? “Se non fosse intervenuto come un elefante l’autoreggente Ignazio La Russa, che ha detto che dovevo decidere se stare dentro o fuori perché non potevo pensare di entrare con un “partitello” nel PDL, avrei continuato a mantenere il movimento come tale, senza neanche pensare di tradurlo in liste. Visto l’intervento di La Russa, che evidentemente ha scarsa sensibilità nei confronti del Mezzogiorno, non ci ho pensato due volte a lasciare il potere per dedicarmi anima e cuore al movimento”.
Quali sono gli obiettivi principali di “Io Sud”? “Ritengo necessario razionalizzare le presenze sul territorio di enti ed unioni, conferendo ad ognuno una sua funzione, per evitare inutili accavallamenti e sperpero del danaro racimolato con le tasse dei cittadini. Province, aree metropolitane, aree vaste e poi Ato dei rifiuti, Ato delle acque, servono troppo spesso ad elargire danaro ai molteplici Consigli di Amministrazione, magari privandone le ragazze madri che muoiono di fame e vanno ai Comuni a chiedere un contributo!”.
Non è contraria al Federalismo, Adriana Poli Bortone, ma non comprende come questo Governo abbia potuto “iniziare dalla fine, dal Federalismo fiscale, decidendo solo quali sono le tasse che vanno pagate rispettivamente ai Comuni, alle Province, alle aree metropolitane. In ossequio solo alle pretese di una Lega Nord fortissima. Come se non bastassero le tasse che già attualmente gravano sui cittadini, oggi a quelle convenzionali se ne aggiungono altre cosiddette “di scopo”, quelle, cioè, che sono necessarie per fare qualcosa che con le tasse “normali” non si riesce a fare”.
Un Federalismo fiscale che è contrario anche alle iniziative che alcuni Comuni avevano intrapreso per venire incontro ai cittadini: “Noi a Lecce abbiamo riabbassato l’Irpef, ritenendo il “bene casa” un bene primario, e lo abbiamo fatto da soli, senza che nessuno ce lo dicesse. Ma oggi l’Irpef viene pagata tutta al Governo centrale, che con quel gettito riesce a rispettare il patto di stabilità con l’Europa, ma allo stesso tempo priva i Comuni di quel 40% che dovrebbe loro spettare, ma che, in attesa che venga loro restituito, non possono utilizzarlo per offrire servizi ai cittadini. I Sindaci non sanno su quale danaro possono contare per offrire servizi, e questo è dannosissimo per tutti, ma in modo particolare per le Amministrazioni del sud. Noi infatti non possiamo contare sui grossi insediamenti, sulle grosse industrie; possiamo contare solo sui soldi delle tasse dei cittadini, soldi che di fatto non abbiamo noi, ma il Governo centrale. E allora, potevamo noi votare questo Federalismo?”.
Dalla Senatrice arriva poi un attacco deciso anche “agli imbelli della Regione Puglia, che per incapacità non sono stati in grado di utilizzare gran parte dei fondi FAS, legittimando l’intervento del Ministro Castelli che ha deciso di dirottare al Nord ben 63 miliardi, soldi che l’UE aveva dato al Sud, ma che, piuttosto che restituirli a Bruxelles, vengono utilizzati per la Torino-Lione e per l’interramento della stazione di Pavia. Intanto le nostre stazioni regalano uno scenari da Far-West. La Lega ha tutto l’interesse ad aumentare il divario nord-sud, perché così finalmente si giustifica la secessione e la creazione di una macroregione del nord. Ma questo dipende moltissimo dai governi locali del Sud, dal fatto che Puglia, Campania, Basilicata, Calabria non riescano a mettersi assieme per programmare. Dalla Regione Puglia hanno dovuto inventarsi tre “notti bianche” per “investire” 7 milioni di euro, che altrimenti sarebbero tornati all’Europa. Ma non era meglio investirli in lavoro per i nostri giovani...? E’ una disgrazia vedere che sono tanti i soldi che l’UE dà e che noi non riusciamo ad utilizzare, per creare cose che rimangono sul territorio, non “cosette” che dopo due anni spariscono! La strategia di Lisbona prevede interventi per i giovani e per le donne, due obiettivi che altre zone dell’Europa hanno già conseguito, mentre noi in Puglia non riusciamo a fare nemmeno un bando per l’utilizzo di questi fondi”. La Poli Bortone è ormai un fiume in piena: “Avevo proposto il principio della territorialità del fisco, guardando a quello che hanno fatto per anni Fiat, Enichem, Montedison e gli altri grossi insediamenti industriali che hanno depauperato il nostro territorio, monetizzando il rischio. Inquinamento, tumori, tutto ha avuto un prezzo: qualche migliaio di posti di lavoro! Ma il lavoro deve avere i termini dell’economia sostenibile, ci dobbiamo ribellare rispetto a violenze che sono state fatte sul territorio! Se l’Ilva ha avuto interesse a stare qui, e al limite quando vede che c’è qualcosa che non va minaccia di licenziare un po’ di lavoratori, allora è qui che deve pagare le tasse, non dove ha la sede legale! Se stanno qui ed inquinano qui, allora è qui che devono pagare le tasse: questo è Federalismo!”.
Dopo l’accordo con l’UDC, ci sono ancora margini per un rappacificamento con il PDL? “Il nostro obiettivo non era e non poteva essere quello di porto per gli scontenti, sia di AN che di Forza Italia (“e sono tanti”). Proprio in quanto movimento, “Io Sud” è fatto per accogliere le intelligenze e le capacità che ci sono sul territorio e semmai non si sentono integrate né nel PDL né nel PD. Poi, chiaramente, se il Movimento presenterà delle liste, non lo farà da solo. Con l’UDC abbiamo attivato forme di avvicinamento, una sorta di costituente sociale con obiettivi comuni che ci fanno percorrere la stessa strada. Questo non significa sbattere la porta in faccia a nessuno, ma non significa neanche sottomettersi in silenzio al volere degli altri quando non lo si condivide”.
Visti i numeri oggettivamente notevoli che la candidatura di Adriana Poli Bortone ha fino ad oggi garantito, possibile che né Gianfranco Fini né Silvio Berlusconi si siano preoccupati di non disperdere questo patrimonio? Non è arrivata neanche una telefonata da Roma? “Posso solo dire che Berlusconi si è comportato in maniera diversa rispetto a Fini, che invece pare non essersi proprio preoccupato”. Potremmo sapere qualcosa in più sul contatto con il Premier? “Era e resterà una conversazione privata”.
sabato 28 marzo 2009
Lecce: La Poli e Casini offrono a Ria la candidatura - da www.portadimare.it

Tant’è che alcuni scontri verbali tra i due sono rimasti abbastanza memorabili.
Ma, si sa, la politica è spesso l’arte dell’impossibile, figuriamoci a distanza di anni. Così, ieri, si è saputo che lei, la senatrice Poli Bortone, la scorsa settimana, avrebbe ufficialmente offerto proprio a lui, l’onorevole Ria, la candidatura alla presidenza della Provincia di Lecce. Una candidatura in quota Terzo Polo, ovviamente, e - per di più - con l’avallo di Pierferdinando Casini. Anzi, secondo i bene informati, dopo le “avances”, non andate a buon fine, della fondatrice del movimento “Io Sud”, a Ria sarebbe giunta pure la proposta del leader nazionale dell’Udc.
Ma anche quest’ultima è stata rispedita al mittente dal deputato salentino del Partito democratico. Il nome di Ria, quindi, più di quello di Dario Stefàno, avrebbe messo d’accordo subito i due principali protagonisti del nascente Terzo Polo. Su Stefàno, invece, dopo l’incoronazione da parte di Casini, tarda ancora ad arrivare il placet definitivo della Poli Bortone. Che, nelle scorse settimane, da più parti (e pure dallo stesso Casini) è stata sollecitata a scendere in campo direttamente nella corsa per la conquista di Palazzo dei Celestini.
Ma, proprio le posizioni molto minoritarie, assunte da Ria all’interno dell’Assemblea provinciale del partito hanno fatto pensare ad un suo imminente addio al Pd. Mentre il parlamentare ex Margherita ha continuato ad invocare le Primarie per la scelta del candidato del centrosinistra alle Provinciali del prossimo 7 giugno, tutti gli altri big del partito (in testa, il vicegovernatore della Regione Puglia Sandro Frisullo e l’attuale presidente della Provincia Giovanni Pellegrino) avevano già chiuso su Loredana Capone. Proprio ieri, peraltro, si è diffusa in Parlamento la voce di un cambio di casacca politica da parte di Ria: alcuni lo davano in procinto di passare all’Udc, analogamente a quanto fatto dal collega Pierluigi Mantini, deputato eletto in un collegio lombardo.
“Carezza” della Poli a Fitto, schiaffi ad An - da ilpaesenuovo.it

E’ sta una Poli Bortone che ha parlato a tutto campo quella che è intervenuta ieri mattina a Palazzo Celestini per accogliere il “Gri” (Gruppo Ristoratori Italiani che lavorano negli Stati Uniti) che ogni anno sceglie una città da visitare e stavolta ha deciso di venire proprio Lecce. A margine dell’appuntamento la senatrice leader di Io Sud, come accennato, ha detto la sua su varie questioni, da quelle inerenti il settore agroalimentare, alla politica nazionale, a quella locale. In merito al primo di questi argomenti ha annunciato che “lancerò nei prossimi giorni insieme ad altri rappresentanti il messaggio “compra Sud” per tutelare i prodotti agroalimentari e non sono del Mezzogiorno”. Una sorta di “Salento d’Amare”, dunque, esteso però a tutte le delizie delle regioni meridionali.
La vicesindaco è tornata poi sul tema dei Fondi Fas, affermando che “Non sono d'accordo con le strategie che riguardano i Fas, fondi del Sud che devono rimanere nel Sud. Fitto è minoritario nel Governo ma non posso pensare che lui sia contro il Mezzogiorno da cui lui stesso proviene”. Una mezza assoluzione nei confronti del ministro per le Politiche Regionali che si trasforma ben presto in un nuovo “J’accuse” nei confronti del carroccio: “La Lega - sostiene - è la più “esplicita” delle formazioni politiche, ma in genere c'è il desiderio di spalmare il denaro su tutto il territorio nazionale, per contrastare la crisi. Si deve agire contro la crisi, ma se non viene tutelato il Meridione, i nostri territori ne usciranno in condizioni drammatiche.
Le “pari opportunità” devono essere pensate anche in termini territoriali, non solo su questioni di genere, per permettere a tutti di ripartire dallo stesso punto”. Ed ecco, collegato al tema Lega Nord, l’ennesimo affondo al suo ex partito: “Sono andata via da An proprio a causa del federalismo spinto”.
A proposito delle questioni prettamente leccesi, invece, l’ex sindaco non fa altro che ribadire le sue posizioni in merito al ventilato rimpasto di Giunta. Nonostante il “si vedrà” dell’altro ieri, infatti, teoricamente sarebbe ancora valido il diktat di Perrone “chi non appoggia il candidato del Pdl alle elezioni provinciali, è fuori dalla maggioranza”.
La Poli allarga però la sua “visione”: “In tutta Italia - dice - ci sono situazioni paradossali dove si può trovare Forza Italia alla maggioranza e Alleanza Nazionale all’opposizione e se con la nascita del Pdl dovessero modificarsi tutte queste situazioni ci sarebbe davvero il caos. La questione nazionale è una cosa, quelle locali un’altra. A Lecce - precisa - si sta creando una situazione del tutto nuova grazie alla nascita del nostro Movimento, ma ciò non implica nulla sulla maggioranza, il progetto e il programma che hanno scelto gli elettori due anni fa. Noi siamo fedeli solo a quegli elementi fondanti della nostra alleanza”.
Intanto, ritornando alle elezioni provinciali e alla voce che circolava ieri con insistenza in merito ad una possibile candidatura alla presidenza di Palazzo Celestini di Angelo Tondo, giunge immediatamente la secca e forte smentita dello stesso: “Ringrazio - afferma - tutti quelli che in questi giorni mi hanno manifestato stima e gratitudine. Per chi, come me, lavora sempre a stretto contatto con la gente è gratificante sentirsi apprezzato. Ci tengo tuttavia – continua Tondo - a smentire categoricamente ogni mia possibile candidatura alla presidenza della Provincia di Lecce. In queste settimane sto lavorando ad un programma da sottoporre al candidato che deve essere l’espressione di tutte le istanze che giungono dal territorio. Le voci sul mio conto ritengo che siano totalmente infondate e magari create ad arte”.
E mentre si è in attesa dei candidati di Pdl e Terzo Polo, a Palazzo Carafa c’è chi fa “voli pindarici” ed immagina per le elezioni Regionali del 2010 una grande “pace” tra Popolo delle Libertà, Udc e Io Sud con la creazione di una vera e propria “macchina da guerra politica” che unisca centro e destra pugliesi per sconfiggere Vendola o chi per il centrosinistra si candiderà alla sua successione. D’altra parte Berlusconi ha già lanciato la sua “scialuppa” all’Udc affinchè aderisca al Pdl ed anche se ora come ora i rapporti tra i protagonisti dell’area di centrodestra non sono dei migliori, la storia della politica nostrana ci ha abituato a svolte improvvise e parole rimangiate più e più volte. Il “salto della quaglia” è sempre lo sport nazionale preferito.
venerdì 27 marzo 2009
Angelo Tondo: “Ringrazio ma non mi candido alla presidenza della Provincia” - da ilpaesenuovo.it

Ringrazio – chiarisce subito Tondo – tutti quelli che in questi giorni mi hanno manifestato stima e gratitudine. Per chi, come me, lavora sempre a stretto contatto con la gente è gratificante sentirsi apprezzato.
Ci tengo, tuttavia, a smentire categoricamente ogni mia possibile candidatura alla presidenza della provincia di Lecce. In queste settimane sto lavorando ad un programma, da sottoporre al candidato presidente, che sia espressione di tutte le istanze che giungono dal territorio.
Mi dispiace – conclude Angelo Tondo – dover essere cosi’ categorico ma le voci di una mia possibile scesa in campo sono totalmente infondate e magari create ad arte.Aloisi: In lista parlamentari e consiglieri regionali Pdl

Candidare una personalità di Alleanza Nazionale alla presidenza della Provincia di Lecce alle amministrative del 6 e 7 giugno per frenare l’emorragia di consensi in quell’area del Pdl rimasta orfana in seguito all’uscita della sen. Adriana Poli Bortone dal partito. Puntare su un rappresentante autorevole della destra come l’on. Lisi o il consigliere regionale Erio Congedo, è l’unico modo, secondo Aldo Aloisi, leader di Azzurro Popolare, per il centrodestra di puntellare la coalizione e, candidando nei collegi parlamentari e consiglieri regionali, per passare all’offensiva strappando dopo 14 anni palazzo dei Celestini al centrosinistra.
lunedì 23 marzo 2009
IL CONGEDO DI PELLEGRINO: “IO, UN PRESIDENTE ECUMENICO” - da www.lecceprima.it

Presidente Pellegrino, cosa lascia in eredità a chi le succede nell’ormai imminente congedo dalla Provincia di Lecce?
“Innanzitutto aver mantenuto una provincia dinamica, quasi come l’avevo ereditata da Lorenzo Ria, in una situazione complessiva, che con gli anni si era fatta più difficile: minori risorse pubbliche, restrizione dei finanziamenti statali, crisi del manifatturiero leggero. Malgrado questo, noi siamo riusciti a far crescere per circa tre dei cinque anni, in cui ho presieduto la provincia, prima che arrivasse questa recessione mondiale, la ricchezza prodotta dal Salento; abbiamo affinato quel progetto di Salento, che già era nato con Lorenzo Ria; e, poi, spero di aver lasciato ad un ceto dirigente più giovane, che ho cercato di fare crescere, anche la convinzione della validità di un metodo”.
A proposito di metodo, esiste una differenza tra i ruoli di rappresentanza che ha ricoperto, ossia tra il senatore Pellegrino e il presidente della provincia Pellegrino?
“È una domanda che in questi anni non mi avete mai fatto e che mi ha sorpreso che non mi abbiate mai rivolto. Dico si, esiste. Da parlamentare, io sono sempre stata una persona, che pensava in solitudine e a voce alta: infatti, al partito, in cui militavo ho dato sempre problemi; invece, da presidente della provincia, mi avete voi stessi, operatori della comunicazione, chiamato <>: cioè, ho cercato di mettere molto in sordina la mia personalità, perché, secondo me, si fanno crescere gli altri non col comando, ma col consiglio. E il consiglio non si dà mai a voce alta, ma a voce sommessa. Penso che sia soprattutto questa l’eredità che lascio a chi mi succederà”.
Cosa può dare ancora questo centrosinistra alla provincia di Lecce, dopo quindici anni di governo e davanti al rischio oggettivo, che si possa chiudere un ciclo, per far spazio ad una discontinuità progettuale?
“Sono stati quindici anni, dove innanzitutto una realtà geografica sconosciuta è emersa: sedici anni fa, se giravo l’Italia e dicevo di essere del Salento, mi rispondevano che allora ero di Salerno, perché capivano Cilento. Adesso il Salento è una realtà, che fa trend, che fa tendenza: si è affermata in tutta Italia. Per questo, penso che bisogna continuare in quella direzione, naturalmente inserendo degli elementi di novità che la situazione odierna rende necessari. Ecco perché, a questo punto, mi sembra giusto che sia un ceto dirigente più giovane, anche più consentaneo con la modernità, ad assumersi l’onere di proseguire in quella strada, con le dovute correzioni di rotta”.
Qualche giorno fa, sulle pagine di LeccePrima, in un’intervista personale a Saverio Congedo, il consigliere regionale, invitato ad esprimere un giudizio sull’amministrazione Pellegrino, aveva sottolineato come dalla sua figura “si potesse attendere di più” e che la vera eredità che lascia questo centrosinistra è quella di “un onerosissimo carrozzone clientelare”. Cosa sente di replicare?
sabato 21 marzo 2009
Provinciali: sfida... tripolare - da www.ilgallo.it
La prossima corsa elettorale per le Provinciali di giugno sarà una sfida “tripolare”: non restano dubbi, dopo che la Senatrice Adriana Poli Bortone ha salutato tra le lacrime An, rinunciando ad entrare nel Pdl, e con il suo Movimento ha scelto di stringere un accordo politico con l’UDC di Pierferdinando Casini. Il terzo Polo, alternativo ai due schieramenti tradizionali, è dunque già realtà e correrà da solo, schierando come candidato presidente uno tra Luigi Pepe (già indicato, a suo tempo, come proprio nome dallo scudo crociato) o Dario Stefàno, l’ex presidente provinciale del Pd, in rotta con il suo vecchio partito. Ma non si escludono ulteriori sorprese: sono molte le voci di esponenti autorevoli del panorama politico locale ad aver chiesto all’eurolady ed ex Sindaco di Lecce di scendere in campo in prima persona. Una scelta certamente in contraddizione con quanto sinora sostenuto dalla Poli, che ha sempre negato l’interesse per Palazzo Celestini, ma che potrebbe dare, al di là di tutto, ulteriore slancio al movimento meridionalista, che continua ad aprire sedi anche fuori dalla Puglia. Saranno decisive, in tal senso, le prossime settimane. Chi non vive oggi sogni troppo tranquilli appare il centrodestra, da mesi ormai alla ricerca di un candidato da proporre alla Provincia: nonostante gli annunci (uno su tutti quello della scelta del nome prima di Natale), si continua a brancolare nel buio, contrariamente a quanto accade in altre province pugliesi, dove il PdL ha già presentato i propri candidati con largo anticipo. A Lecce, le vicissitudini del “caso Poli” hanno certamente influenzato le scelte della coalizione, ma va anche detto che tutti i nomi alternativi alla Senatrice, emersi successivamente, hanno rifiutato l’invito a scendere in campo. E anche la virata su un nome della “società civile” finora si è risolta con una stucchevole rosa di nomi, dissoltasi in una bolla di sapone: sorge persino il sospetto che le scelte siano di fatto ridotte all’osso. Sul tavolo resta il nome di Gianni Garrisi, assessore leccese e presidente dell’Ato Le/1, in quota An, che proposto oltre quattro mesi fa, è rimasto “sospeso” tra l’insofferenza dei vertici forzisti, evidentemente poco convinti della scelta. Chi sembra stare meglio è il centrosinistra, che dopo un lungo ed acceso dibattito interno al Pd sulle Primarie, ha scelto la propria candidata: trattasi dell’attuale vice presidente della Provincia, Loredana Capone, che raccoglie idealmente l’eredità dell’uscente Giovanni Pellegrino. Le forze che le hanno assicurato sostegno sono Pd, Rifondazione comunista, Movimento per la sinistra, Verdi, Repubblicani europei, Italia dei valori, Comunisti italiani, Socialisti autonomisti e Sinistra democratica. Ma non sono solo rose: qualche malumore, infatti, serpeggia ancora in casa Pd per la metodologia di selezione della candidata, nonostante il sindaco di Melpignano, Sergio Blasi, sostenitore delle Primarie e di una “discontinuità” nella gestione dell’Ente, abbia deciso di fare un passo indietro per l’unità della coalizione. Alla Capone il compito di ricucire gli strappi interni (si pensi a Lorenzo Ria), per poter dare il via nel migliore dei modi ad una campagna elettorale che, al momento, la vede competere senza altri diretti interlocutori.
LA PRIMA DI LOREDANA: INVITO ALL’ORGOGLIO SALENTINO - da www.lecceprima.it

Sul palco sfilano in ordine il segretario provinciale Salvatore Capone, che parla del futuro del Salento oltre la crisi, attraverso il progetto del centrosinistra che vuole rigovernare il Salento, il vicepresidente regionale, Sandro Frisullo, che elogia il governo Vendola e lancia qualche critica al ministro Fitto. Ogni tanto, qualche applauso, ora timido, ora più convinto, sottolinea i punti nodali dei loro interventi. Entrambi non risparmiano, senza peraltro mai citarlo, frecciate all’ex presidente provinciale, Dario Stefàno, diventato ufficialmente il candidato presidente del Terzo Polo.
Poi interviene Giovanni Pellegrino, mostrando una commozione inattesa, che non cerca in alcun modo di celare: rivede nella sua testa il percorso che cinque anni prima lo ha condotto ad affrontare la difficile sfida di succedere all’uscente Ria e regala una battuta all’assemblea: “È impossibile non pensare a quando Lorenzo Ria e Massimo D’Alema sono venuti nel mio studio romano a propormi di candidarmi alla provincia… anzi, Ria a propormi, D’Alema ad impormi”. Il pubblico apprezza ed applaude.
“Mi affidarono allora – prosegue Pellegrino - un duplice compito: ridare unità al centrosinistra che stava dando segni in quel periodo di divisione e di una possibile frammentazione; l’altro, quello di fare in modo che intorno a me crescesse un nuovo ceto dirigente, che potesse a sua volta ricevere da me il testimone, come io l’ho ricevuto da Ria. Questi compiti sono stati portati a termine e riconsegniamo il Salento con un centrosinistra ancora unito e coeso, di cui tutti voi siete l’asse portante”. Pellegrino torna a difendere l’operato della sua amministrazione e ribadisce tutti i motivi che l’hanno convinto a “passare il testimone” a Loredana Capone, per ripartire ed affrontare le nuove sfide per il Salento: il presidente uscente assicura il proprio supporto alla candidata del centrosinistra nei modi e nei tempi che quest’ultima indicherà. “Tu, Loredana – ha sottolineato Pellegrino – sei più avvantaggiata di me, perché ben conosci la macchina amministrativa rispetto a quanto la conoscessi io nel 2004”. Con un invito a liberare l’elettorato dall’antipolitica e con un “in bocca al lupo a tutti”, Pellegrino chiude il suo intervento e si congeda.
La Capone lo ringrazia e lancia il suo appello programmatico: “Vogliamo che il Salento abbia ancora fiducia, che punti ancora sui suoi talenti. Siamo in un periodo difficile, noi Salentini non abbiamo mai avuto vita facile, perché nessuno ci ha regalato niente. Anzi ogni anno troviamo qualcuno che ci toglie qualcosa”. La candidata del centrosinistra espone le sue argomentazioni con passione, richiamando l’attenzione sulle tipicità del territorio, dei suoi prodotti, della sua cultura, ma soprattutto chiedendo il coinvolgimento delle tante “eccellenze” del Salento, che possono contribuire alla sua crescita futura. Ogni tanto assesta qualche colpo al centrodestra, dai fondi tolti al territorio (“e dicono che ci tengono al Sud, altro che federalismo”). Poi chiede unità alla coalizione, l’entusiasmo giusto per affrontare il difficile scoglio della campagna elettorale, chiama sul palco Paolo Paticchio, una delle giovani promesse del Pd, che si sta impegnando insieme alla meglio gioventù del partito a coordinare le idee dei giovani salentini, per costruire un pezzo di programma da consegnare a Loredana Capone, per migliorare il Salento. Ed ancora, un passaggio sulla lotta alle mafie, un ringraziamento al nuovo leader del Pd, Franceschini, che “sta rilanciando il partito”, e ai dipendenti provinciali che operano per facilitare la vita amministrativa, prima di approdare ad un ultimo scatto d’orgoglio a richiesto alla “salentinità”: “Il Salento è una terra che combatte ogni giorno per la libertà, che vuole un ambiente pulito, che vuole persone oneste al governo, una terra che ha fiduciosa in se stessa, nelle sue capacità. E noi non abbiamo paura di niente e di nessuno”. Loredana Capone si presenta come pronta ad essere la “presidente di tutti i salentini”.
venerdì 20 marzo 2009
“LA PROVINCIA DI PELLEGRINO? CARROZZONE CLIENTELARE" - da www.lecceprima.it

Continua la fase delicata di avvicinamento alle prossime provinciali di giugno: il centrodestra salentino si appresta ad affrontare giorni importanti a tutti i livelli, dalla nascita ufficiale del partito unico nazionale, alla definizione delle strategie elettorali, sino, infine, alla tanto attesa scelta del proprio candidato a Palazzo Celestini, che tanto sta animando il dibattito delle ultime ore. Molti temi, dunque, sul tavolo, affidati al pensiero del consigliere regionale, Saverio Congedo (più volte indicato, tra l’altro, come uno dei possibili candidati del centrodestra alle prossime provinciali) che, in un’intervista esclusiva rilasciata a LeccePrima, li affronta tutti, a partire proprio dalle prospettive del nascente partito unico e delle presunte incertezze della destra, senza, tuttavia, tralasciare una riflessione panoramica sulla politica locale: dal governo regionale pugliese all’amministrazione Pellegrino, dal “caso” Poli Bortone alle prossime mosse della coalizione in vista della corsa a Palazzo dei Celestini.
Consigliere Congedo, nei prossimi giorni si celebrerà il congresso che darà vita, dopo un lungo iter di preparazione, al partito unico del Pdl: che senso ha questa svolta e quali i vantaggi effettivi, che comporterà nella scena politica italiana?
- Si tratta di un evento di rilevanza epocale per la democrazia italiana, il compimento di un processo di modernizzazione del sistema politico italiano sul versante che rappresenta la maggioranza del nostro Popolo, i cui benefici effetti sono già evidenti nella rivoluzione virtuosa che stiamo vivendo con un Governo che risponde in tempo reale alle esigenze del Paese. Proviamo ad immaginare in quale condizione ci troveremmo se dovessimo affrontare la più grave crisi economica del dopo-guerra con i governi rissosi e le maggioranze composite e conflittuali che abbiamo conosciuto fino a pochi mesi fa.
È innegabile, però, una certa preoccupazione negli ambienti di Alleanza Nazionale rispetto a questo approdo: alla base, il timore che non siano pienamente tutelati i valori della “destra”. Ritiene che siano paure legittime?
- Questo è indubitabilmente un Governo molto di “destra”. Si pensi alle tematiche della sicurezza con provvedimenti di inusitato rigore e di crescente efficacia, alle politiche di Brunetta sulla pubblica amministrazione e della Gelmini che hanno finalmente archiviato il “68” nelle nostre scuole, alla tutela delle ragioni della vita nel caso-Englaro, all’abolizione dell’Ici ed alla detassazione dei premi di produzione che valorizzano proprietà privata e lavoro, alla “socialità” concreta dei “bonus” e del potenziamento degli ammortizzatori sociali, al coraggio della riproposizione del nucleare fino al “Piano-casa che restituirà slancio allo sviluppo senza danneggiare l’ambiente.
Quando si parla di “valori di destra”, a cosa pensa? Crede che siano elementi fatti propri dal nascente Pdl?
- Il nascente Pdl ha fatto propri tutti i valori di destra e li ha calati in coerenti politiche di governo. Esso è infatti il coronamento vincente dello storico progetto che già Almirante aveva in mente, quando dava vita alla “Destra Nazionale” prima ed alla “Costituente di Destra per la libertà” poi, e che Alleanza Nazionale si è proposto fin dalla sua nascita. Non a caso oggi Berlusconi è molto amato anche dagli elettori di Destra.
Lei è uno dei principali rappresentanti del centrodestra alla Regione e, per questo, può studiare da vicino il governo Vendola: qual è il suo giudizio sull’operato della giunta regionale? Su quali temi crede che più di tutti la coalizione di centrosinistra abbia mancato gli obiettivi?
- Il Governo Vendola sta governando perfino peggio delle peggiori previsioni. Ha dissestato i conti della Regione lasciando degradare i servizi resi ai cittadini, a cominciare da quelli socio-sanitari; non ha mai praticato una reale politica di sviluppo sotto il peso dei cascami della sua ideologia; vi è stata una totale assenza di politiche per il turismo e promozione del territorio, non saprei cosa ricordare oltre le Notti Bianche rivelatesi un spreco di 6 milioni di euro di fondi comunitari che potevano essere utilizzati meglio e diversamente; abbiamo assaporato la sorte della Campania in materia di rifiuti; in questa legislatura abbiano visto riproporsi questioni che sembravano appartenere al passato come la crisi idrica soprattutto nel Salento. E tutto questo in un arrembaggio spudorato ad ogni interstizio di potere. Se l’obiettivo era quello di far retrocedere la Puglia, Vendola e la sinistra ci stanno, purtroppo, riuscendo in pieno.
Riconosce qualche merito al governo regionale?
Faccio fatica.
Dal governo regionale, ci spostiamo geograficamente a quello provinciale di Palazzo Celestini, che si prepara al rinnovo della giunta. Giovanni Pellegrino non si ricandiderà: che idea si è fatto della sua gestione amministrativa? Gli riconosce qualche merito?
- Da una personalità della levatura del Sen. Pellegrino era lecito aspettarsi qualcosa di più, anche nel tenere a bada l’utilizzo disinvolto della macchina amministrativa da parte della sua maggioranza. La Provincia che ci lascia appare oggi un onerosissimo carrozzone clientelare che sarà molto duro rimettere in sesto. Ciò detto, credo che la mancata Sua ricandidatura sia anche una sorta di tacito auto-riconoscimento di limiti nell’azione di governo della sua maggioranza.
Da mesi ormai si discute delle candidature in vista delle prossime provinciali. Il centrosinistra ha sciolto il nodo, dopo un ampio dibattito, scegliendo Loredana Capone. Il centrodestra, invece, resta ancora senza candidato: come giudica la situazione, soprattutto in virtù di quanto accaduto nel 2004, dove i ritardi della scelta del candidato influenzarono il responso finale?
- Indubbiamente bisognerebbe accelerare, ma il vantaggio elettorale di cui dispone il centrodestra, accumulato grazie alla sua cultura del fare e alla capacità di buon governo dimostrata a vari livelli assommato ai demeriti dei nostri avversari, credo costituisca una sufficiente garanzia di vittoria.
Tanti nomi nel centrodestra, ma nessun candidato: c’è una difficoltà a rintracciare la disponibilità di qualcuno a guidare la coalizione? C’è qualche paura che frena i possibili candidati?
- Le dinamiche interne al centrodestra non vi è dubbio che abbiano condizionato e rallentato le nostre scelte. Ma i tempi sono maturi e sono convinto che fra qualche giorno la situazione si sbloccherà.
Sa che anche il suo nome è stato spesso tirato in ballo nel toto-candidature: lo ha proposto qualche mese fa lo stesso Raffaele Baldassarre, portavoce dell’opposizione a Palazzo Celestini. Si sentirebbe pronto a guidare il centrodestra se ce ne fosse la necessità? Chi, a suo avviso, potrebbe in alternativa condurre il Pdl in questa complessa campagna elettorale provinciale?
- Il PdL in questa provincia dispone di diversi nomi spendibili sia con riferimento a personalità politiche che a esponenti di area della cosiddetta società civile. Comunque sono convinto che il candidato del PdL sarà il prossimo Presidente della Provincia di Lecce.
Risulta inevitabile un passaggio sul “caso Poli”: che giudizio si è fatto di questa situazione? Rimanendo sui temi proposti dall’ex coordinatrice di An, lei pensa che esista una “questione meridionale”, da trattarsi come unica priorità della politica locale?
- Il governo che sta onorando i suoi impegni anche su questo fronte: vicenda rifiuti, sicurezza, decisioni del Cipe in materia di investimenti infrastrutturali fra cui anche il finanziamento per 136 milioni di euro per la Maglie-Leuca ne sono la dimostrazione. A ciò aggiunga che le aspettative e le ambizioni del Salento e della Puglia sono ampiamente tutelate dalla presenza di ben due esponenti di governo del calibro di Mantovano e Fitto. Mi limito a questo.
martedì 17 marzo 2009
INTERVISTA AD ANTONIO GABELLONE - da salentoweb.tv
sabato 14 marzo 2009
LA POLI CANDIDATA ALLA PROVINCIA? PRIMA NO, ADESSO NÌ - da Lecceprima.it
Ma ci sarebbero anche molte controindicazioni, che la senatrice, da acuta stratega della politica, starebbe valutando: una candidatura alla provincia, qualora si rivelasse vincente, potrebbe finire col fare il gioco del Pdl, tanto contrastato, e, cioè, quello di “limitarla” a Palazzo Celestini, chiudendole sul nascere altre ipotesi di più lungo termine; un’altra questione da considerare è l’eventualità della sconfitta elettorale, visto che, al di là degli ottimi ed incoraggianti riscontri delle prime settimane di vita del movimento per il Sud, le urne restano sempre un’incognita, che potrebbe riservare anche sorprese in negativo: questo significherebbe il ridimensionamento dell’intera operazione “Io Sud”. Meglio, dunque, almeno per ora, puntare su un candidato alternativo: sul tavolo i soliti noti, da Pepe a Stefàno, che, tra l’altro, nei prossimi giorni, sarà raggiunto dalla candidata del centrosinistra, Loredana Capone. Intanto, Adriana Poli Bortone prosegue la presentazione del movimento, passando da Brindisi, ma spostandosi anche oltre il territorio pugliese: nelle prossime settimane, si apriranno circoli anche in Basilicata, Calabria, Campania, dove le richieste pervenute sono giunte numerosissime.
Di certo, le mosse della senatrice stanno raccogliendo l’attenzione che lei stessa desiderava: non mancano, però, le critiche degli ex compagni di avventura, ultima, nell’ordine di tempo, quella del dirigente nazionale di An, Roberto Tundo, che sottolinea come dopo una lunga esperienza nel centrodestra, fatta di diversi ruoli istituzionali a più livelli, la Poli “all’improvviso non ha più condiviso le sue scelte”: “In nome dell’autonomia dei valori di destra – spiega Tundo -, qualcuno si sarebbe aspettato che il Movimento per il Sud avrebbe incalzato, da posizioni identitarie, il nascente Popolo della Libertà. Non diciamo una alleanza con la Destra di Storace, ma qualcosa di simile. Invece, apprendiamo dal comunicato diffuso dal Movimento della Poli che è stato già raggiunto un accordo per l’intero territorio pugliese con l’Udc, per cui alle liste di Io Sud saranno apparentate quelle dell’Udc e quelle di altre formazioni che già hanno chiesto l’apparentamento”.
“Anziché svoltare a destra – sottolinea Tundo -, prendiamo atto che, se di svolta si deve parlare, questa è verso il centro per ottenere, sembra, ciò che An e Forza Italia le avevano offerto su di un piatto d’argento: la candidatura a presidente della Provincia di Lecce. Se stanno così le cose, è lecito chiedersi se ne valeva la pena?”
Intanto il centrosinistra e la candidata alla provincia di Lecce, Loredana Capone, incassa un’alleanza: quella del Movimento Repubblicani Europei della Provincia di Lecce, che, tramite Roberta Culiersi, segretario nazionale dei Giovani Repubblicani Europei e segretario Mre della provincia di Lecce, annuncia che darà tutto il suo appoggio e sostegno alla candidata del centrosinistra: “Stimo Loredana – dichiara Culiersi - non solo per le sue doti umane e professionali, ma soprattutto perché é una donna che, contando esclusivamente sulle sue forze, è riuscita ad aprirsi un varco nel mondo purtroppo ancora troppo poco rosa della politica, e che con la sua candidatura oggi riesce a dimostrare che si può essere donne, madri, professioniste e fare politica non all’ombra di un uomo ma in prima linea. I Repubblicani Europei della Provincia di Lecce sono con te Loredana, e daranno tutto il loro contributo perché tu possa vincere questa sfida”.
domenica 8 marzo 2009
Pd Tricase: approvato documento politico per provinciali 2009

Il Pd di Tricase si rivolge al Segretario Provinciale PD Salvatore Capone. “Premesso che, ormai da alcuni mesi il dibattito interno al livello provinciale del Partito Democratico in vista dell’importante scadenza elettorale del giugno prossimo ha riguardato solo ed esclusivamente il metodo delle scelte delle candidature, nel perenne dilemma primarie si, primarie no, i Dirigenti ed Iscritti del Partito Democratico di Tricase al termine dell’Assemblea del 5 marzo 2009, esprimono i seguenti convincimenti e decisioni: “Si dice “NO” al ricorso allo strumento delle “Primarie” per la scelta del Candidato-Presidente, ritenendo che la Politica e il suo radicamento nello strumento dei Partiti, legittimati da Assemblee e Congressi democraticamente costituiti, debbano assumersi la responsabilità di costruire alleanze politicamente credibili e di scegliere candidati che sappiano interpretare al meglio il sentire comune dell’alleanza di centrosinistra”.
“Si concorda inoltre con la scelta operata dal vertice istituzionale del Pd, in armonia con il “Tavolo provinciale del Centrosinistra”, di proporre a Candidata-Presidente, Loredana Capone, legittimata dalla sua positiva esperienza, comunemente acclarata, nelle sue funzioni di Vice-Presidente alla Provincia in questa corrente amministrazione, nonché Presidente Regionale del Pd in Puglia”.
da www.corrieresalentino.it
da www.ilpaesenuovo.it
da www.lecceprima.it
Video da www.salentoweb.tv
da www.iltaccoditalia.info
Tutto sulle Elezioni Provinciali Leccesi 2009
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